«Troppi cinghiali a Como? Assolutamente no, è possibile convivere in armonia con loro, sono solo cuccioli allo sbando»

La lettera «Il gruppo dei cinghiali di cui si parla, circa 15 medio piccoli, sono i sopravvissuti alla morte per colpo di fucile illegale, che ha ucciso la loro madre a Brunate una settimana fa»

«Da molto tempo la stampa locale pubblica notizie che segnalano il “pericolo” derivante dai movimenti e dai comportamenti degli animali selvatici che popolano il cosiddetto terzo paesaggio ai margini delle città.

Oggi, a seguito dell’ultimo articolo mi viene d’istinto di spendere alcune parole sul tema, partendo dalla precisazione che chi scrive non è un fanatico animalista ma una persona dotata di normale sensibilità e compassione e che vivendo in quel terzo paesaggio si pone delle domande. Il gruppo dei cinghiali di cui si parla, circa 15 medio piccoli, sono i sopravvissuti alla morte per colpo di fucile illegale, che ha ucciso la loro madre a Brunate una settimana fa. Essi sono allo sbando e non sanno come procurarsi cibo, sono ovviamente affamati e disorientati. Qualsiasi cacciatore corretto sa che questo è vero e che non si devono ammazzare le mamme dei cinghiali. Ma qualcuno spinto dal clima che si è creato lo fa e in modo impunito.

Voglio ora parlare del luogo a cui l’articolo fa riferimento: il prato è in totale stato di abbandono da decenni così come la casa sovrastante le scale che le danno accesso nonché tutti i locali accessori. Alle prime piogge tutto tornerà normale. Ancor di più, preciso che i giardini e gli orti di Civiglio ben tenuti con decoro e semmai recintati non subiscono danni.

Ma la cosa più importante in verità è la domanda che noi abitanti della città dovremmo porci e cioè: qual è l’idea e il progetto che abbiamo per la vita della fauna e della flora della nostra cintura boschiva? Chi sono e quanto valgono gli animali selvatici che la popolano? Quale rapporto vogliamo creare con loro?

Dalle risposte dovrebbe nascere il desiderio di studiare, conoscere meglio, approfondire ogni aspetto visto anche i danni che noi uomini creiamo a questo territorio anche con semplici comportamenti indecorosi di abbandono di ogni detrito nei boschi.

Alla fine solo studiando (i politici non lo fanno più) potremmo avere una serie di dati scientifici ed economici che ci aiuterebbero nella scelta POLITICA in maiuscolo, per un miglior vivere per tutti: uomini, animali e piante. Coloro che in insieme, in precisa armonia, possono costituire uno stile di comportamenti capace di garantire un futuro a questa nostra vita.»

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