I Comuni si alleano con Como
«La Tangenziale va completata»

Successo del convegno a Villa Imbonati che ha riunito gli amministratori locali Nei piccoli paesi di Cintura transitano in media dai 35mila ai 60mila veicoli al giorno

Traffico ingestibile, opere infrastrutturali che si allontanano dal nostro territorio: la situazione in questo momento è tanto caotica quanto quella che si trova lungo le strade attorno a Como. Ma per la prima volta i sindaci della provincia, in particolar modo quelli i cui territori sono attraversati dagli assi viari che collegano Como a Lecco, Milano e Varese, ieri si sono ritrovati a parlare di traffico, salute e cultura con i rappresentanti di enti sovracomunali, associazioni di categoria, agenzia di trasporto pubblico locale.

Sala gremita di “addetti al territorio”: erano infatti presenti anche i consiglieri regionali Raffaele Erba (M5S) ed Angelo Orsenigo (Pd). Assente invece la Provincia di Como.

I dati su Como e provincia non perdonano: il traffico sta diventando ingestibile invadendo la città di Como e un’area di 148 chilometri quadrati, abitata da oltre 200 mila persone. E i “no” alla Tremezzina e alla Tangenziale pesano troppo. Nei piccoli paesi di cintura, centri sotto i 10 mila abitanti, passa un carico di veicoli al giorno che va dai 35mila ai 60 mila. Il trasporto pubblico soddisfa solo il 20% delle esigenze di mobilità.

Due le esigenze emerse: la prima che occorre lavorare in sinergia, molti sindaci non vengono nemmeno interpellati quando si prendono decisioni sul traffico. La seconda, Como farà da coordinatore di questa operazione contro il traffico, secondo quanto detto chiaramente dal sindaco Mario Landriscina, anche se consapevole che «idee ce ne sono, ma su una partita del genere è difficile che qualcuno si smarchi».

Nelle parole di Nini Binda (ex assessore alla mobilità e parcheggi del Comune di Como), uno dei motori di questa prima iniziativa, c’è la bussola da tenere in vista: «L’area vasta lariana non deve essere semplicemente una somma, né uno scontro, per questo bisogna superare le dimensioni del localismo».

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