Il giallo dei cellulari al confine
«Anche voi invadete la Svizzera»

I telefonini dei paesi di confine (e non solo) agganciano il segnale proveniente dal Canton Ticino. La risposta: «Leggi della fisica, accade anche a Chiasso»

Chiami Fino Mornasco e ti rispondono dal Canton Ticino. Un problema, quello che i lettori hanno segnalato a “La Provincia” la scorsa settimana, che i gestori della confederazione ammettono. Nessuna “invasione” via etere, ovviamente, la precisazione che le autorità ammettono uno sconfinamento involontario del segnale fino a 15 chilometri di distanza.

Le lamentele erano arrivate dagli abitanti dei paesi al confine con la Svizzera, da Colverde a Brunate, da San Fermo a Ronago: i loro smartphone spesso si “attaccano” alle antenne elvetiche e, per evitare costi aggiuntivi poco graditi, occorre per forza spegnere il roaming.

Gli sms con il “benvenuto in Svizzera” però arrivano addirittura ai cittadini di Fino Mornasco, Casnate e Lipomo. Sul caso il Dipartimento delle telecomunicazioni elvetiche - che avevamo interpellato - ha suggerito di chiedere lumi direttamente a Swisscom, la principale azienda svizzera del settore.

E le risposte sono arrivate. Puntuali come gli svizzeri. «Le onde elettromagnetiche usate per la comunicazione mobile non possono essere vincolate ai confini politici degli Stati – così risponde il delegato e portavoce di Swisscom per il Ticino Mauro Regusci – ma rispondono solo alle leggi della fisica. Gli Stati Europei coordinano per questo motivo dei gruppi di frequenze da utilizzare nella fasce di confine per non creare interferenze tra le vicine reti. Tuttavia questo non impedisce che i rispettivi segnali non sconfinino oltre le dogane, viene tollerata una distanza di massimo quindici chilometri».

Sarebbe in realtà più semplice fare come hanno stabilito i 27 paesi europei dalla scorsa estate, eliminare il roaming internazionale, ma la Svizzera nel vecchio continente resta un’isola a sé.

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