In mille al funerale dell’alpino morto
«Pietro era una persona speciale»

Folla a Grandate per l’addio a Pietro Dassié, stroncato a 50 anni da un malore. Il presidente delle penne nere comasche: «È stato capace di farsi volere bene da tutti»

«Il ricordo più bello? Pietro sorrideva. Ci sono persone, nel mondo, che balzano all’occhio perché si mettono in mostra, altre invece sanno stare al loro posto con semplicità estrema, sanno dire sì e no quando è il momento, schiette e oneste, autorevoli ma non autoritarie. Pietro era così, un uomo che si è nutrito di fede».

Sembrava così piccola, oggi, venerdì 31 maggio, la chiesa parrocchiale di Grandate davanti all’immensa platea di parenti e amici che hanno voluto accompagnare nel suo ultimo viaggio Pietro Dassiè, alpino scomparso improvvisamente domenica scorsa a 50 anniper un malore mentre era a passeggiare nelle montagne che tanto amava.

Al rito funebre, celebrato da don Roberto Pandolfi con don Maurizio Uda, don Rossano Quercini, monsignor Lorenzo Calori e padre Massimo Vaquer, hanno preso parte oltre mille persone in un silenzio quasi irreale. Presenti al gran completo gli alpini: Dassiè era infatti colonna del gruppo di Olgiate Comasco e consigliere della Sezione di Como.

«Io penso che Pietro sia in Paradiso ora, contento ma forse un po’ imbarazzato nel vedere tutte queste persone per lui – ha spiegato durante un’omelia carica di significato don Pandolfi - era modesto, non una persona appariscente, eppure guardate in quanti siamo».

Molto toccante anche il ricordo di Enrico Gaffuri, presidente della sezione Alpini di Como, che non ha potuto trattenere lacrime di commozione mentre salutava l’amico. «Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo, sa che persona fosse. Credo sia stato colui che si può definire una persona d’oro, è stato capace di farsi voler bene, noi alpini gli abbiamo voluto bene e continuiamo a volergli bene, vorrei solo che ai suoi familiari arrivi il nostro calore. Arrivederci Pietro, siamo gente di fede e abbiamo la certezza di rincontrarti».

Il feretro è stato quindi accompagnato verso la tumulazione sulle meste note della Fanfara alpina di Olgiate e il Silenzio, suonato con la tromba prima dell’ultimo saluto.

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