Indagini su Campione, parla Piccaluga
«Pensavo a salvare i posti di lavoro»

L’ex sindaco è l’unica dei 19 indagati a commentare le conclusioni degli inquirenti: «Estranea alle accuse, ho agito per garantire la continuità dopo la crisi del cambio della valuta»

Salvo qualche stringata frase di rito, a Campione d’Italia dopo la chiusura delle indagini per il fallimento del Casinò c’è un lungo elenco di «no comment». Dei 19 indagati che andranno a processo per il sistema Campione (132 milioni di euro debiti nella casa da gioco e circa 60 nelle casse del Comune socio unico) all’indomani delle accuse formalizzate dalla Procura di Como sono pochi quelli che rilasciano commenti e spiegazioni.

«Posso solo dire che sono estranea alle responsabilità che mi sono state attribuite – dice Marita Piccaluga, per dieci anni primo cittadino campionese – e che dimostrerò con gli argomenti la mia posizione».

«Le decisioni che ho preso e le azioni che ho compiuto alla guida del Comune - aggiunge -avevano l’unico intento di garantire la continuità aziendale della casa da gioco e di salvaguardare i posti di lavoro. In un momento in cui il cambio della valuta aveva messo in ginocchio l’enclave».

Non è stato possibile parlare con Roberto Salmoiraghi, il sindaco di Campione d’Italia per 13 anni in quattro diversi mandati, nonostante ripetuti tentativi telefonici negli ultimi due giorni anche chiedendo aiuto alla segretaria dello studio medico dove è al lavoro.

(Sergio Baccilieri)

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