La delusione dell’ex sindaco Saffioti: «Ho lavorato tanto, è una pugnalata»

Brunate La sua analisi dopo aver dato le dimissioni per “l’ammutinamento” della giunta. «Posso essere simpatico o antipatico, quel che è certo è che ho dato il massimo al Comune»

«Chiedo scusa, posso essere simpatico, antipatico, sano, malato, bello, brutto, ma questo non può interferire sul ruolo di sindaco, né quello di assessore». L’ex sindaco Saverio Saffioti, dimessosi dopo che la sua giunta si è dimessa per la seconda volta dalle elezioni amministrative del 2019, spiega come ha vissuto quest’ultima settimana. Dalle dimissioni dal Consiglio, oltre che dalla Giunta, degli assessori Laura Bianchi e Silvina Iparraguirre, al fatto di non essere riuscito a ricucire un gruppo di maggioranza ridotto a quattro consiglieri comunali. Il sindaco è restato da solo in un lampo.

«Ho lavorato tanto in questi anni per portare beneficio al paese, portando 700 mila euro avuti con bandi e finanziamenti, (ci sono ancora 300 mila euro per le scuole da spendere ndr), battendomi per contenere gli incrementi delle tariffe dell’acqua, prometto che non lo farò mai più – dice l’ex sindaco – chiedo scusa se ho fatto tanto e l’ho fatto da solo, se ho avuto idee e cercato di attuarle, se non ho voluto perdere tempo. Quella ricevuta è stata una pugnalata alle spalle. C’è forte delusione. Ho sempre chiesto di mettere da parte i personalismi».

La situazione sul piano formale della gestione delle delibere e degli atti, sempre all’unanimità, non lasciava presagire il terremoto che si è abbattuto sulla Giunta e poi sull’intero consiglio comunale. Il sindaco non poteva non dimettersi, ora ci sono 20 giorni e poi arriverà un commissario prefettizio, a primavera le nuove elezioni amministrative, il che significa 9 mesi senza sindaco.

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