La siccità colpisce i boschi e chi da loro dipende: a rischio anche i porcini

Natura Gli alberi perdono le foglie e si indeboliscono. I funghi a rischio insieme alle piante a causa dello stress idrico

Una siccità come quella cui stiamo assistendo quest’anno – che ha avuto non solo un’estate secca, ma anche un inverno con scarse precipitazioni – ha effetti significativi sugli organismi naturali, dai più grandi ai più piccoli. Se ne accorge senza dubbio chi ama passeggiare nei boschi del territorio comasco, dove, come abbiamo già raccontato qualche giorno fa, uno strano fenomeno di autunno anticipato sta prendendo piede.

Tra gli alberi che soffrono maggiormente lo stress idrico ci sono i castagni: la loro senescenza anticipata, ovvero la perdita volontaria delle foglie per preservare le energie in assenza di acqua, rischia di compromettere una stagione amata da tanti, quella della raccolta di castagne.

Tra gli alberi che soffrono ci sono anche i castagni

«Se non si recupera la siccità delle ultime settimane con precipitazioni più costanti ci sarà una riduzione del raccolto delle castagne» spiega infatti Nicoletta Cannone, presidente dei due corsi di laurea in Scienze dell’ambiente e della natura e Scienze ambientali, docente di Botanica ed esperta proprio del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla flora.

La paura però non è solo per le castagne, elemento tipico della stagione autunnale, ma ben più ampia e generalizzata: «Potremmo assistere alla comparsa di nuove patologie funginee, così come al sopraggiungere di insetti o altri patogeni che attaccano la vegetazione perché le piante, sottoposte a stress duraturi, sono più esposte alle malattie. Si incrementerebbe così il rischio di incendi». Una preoccupazione, quella della professoressa Cannone, che ha peraltro tristemente acquisito concretezza con le fiamme che hanno divorato la vegetazione secca e sofferente dei boschi situati tra Como e Blevio lo scorso giovedì notte.

I porcini dipendono dalla salute delle piante

E se le piante soffrono, il sottobosco rischia di soffrire con loro. Lo conferma Andrea Pasetti, micologo, oltre che educatore ambientale attivo da anni sulla Spina Verde. «La situazione è grave dal punto di vista del sottosuolo perché la siccità è reiterata, visto che anche questo inverno è stato piuttosto secco. Tuttavia è difficile dire ora che tipo di stagione di funghi avremo, trattandosi di organismi alquanto imprevedibili che riescono ad adattarsi anche a situazioni particolarmente complesse dal punto di vista ambientale».

È vero però che alcune specie fungine, come i porcini, sono simbionti: la loro salute quindi dipende da quella degli alberi cui si legano. «Se le piante non stanno bene – continua Pasetti – come i castagni che in questo periodo vivono un forte stress idrico, non riescono nemmeno a fornire ai funghi i nutrienti di base necessari alla loro crescita e riproduzione».

«Umidità, pioggia e pazienza: la ricetta perfetta per chi cerca funghi»

Per sperare in una stagione di funghi soddisfacente gli appassionati dovranno tenere d’occhio il meteo. Servono piogge, ma non acquazzoni perché, come spiega il micologo, i temporali troppo intensi dilavano il terreno e sono solo deleteri, dal momento che l’acqua non riesce a penetrare nel terreno.

«Con i funghi servono buone precipitazioni, umidità e tanta pazienza, non è vero che se un giorno piove il giorno seguente ci si può già aspettare di trovarli. Difficile fare previsioni, ma se il clima resta così secco, è probabile che la stagione di raccolta dei funghi in Spina Verde si sposti un po’ più in là».

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