L’esplosione di Andrate
Fatti brillare cinque ordigni

Fino Mornasco, si indaga sul laboratorio della giovane vittima Sequestrate diversi tubi contenenti chiodi e due balestre

Alessandro Fino, il giovane morto nella terribile esplosione di Andrate, aveva un disperato bisogno di aiuto. E da minorenne in molti, a cominciare dai genitori, hanno provato a tendergli una mano. Senza però scalfire quella barriera che aveva eretto tra sé e gli altri.

Ancora per tutta la giornata di ieri gli artificieri, i carabinieri e i vigili del fuoco hanno lavorato per bonificare quel che resta della villetta dilaniata dallo scoppio di lunedì mattina. Ben cinque gli oggetti sospetti - verosimilmente bombe artigianali o, comunque, contenitori con all’interno composti chimici altamente instabili - fatti brillare nella giornata.

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Arrivati a sera, mancava ancora da terminare la bonifica del sottotetto dell’abitazione dove Alessandro Fino ha perso la vita. E da cui il padre, Andrea, è fuggito appena in tempo. I carabinieri della stazione di Fino Mornasco, del nucleo operativo e della compagnia di Cantù, intanto, hanno ricostruito gli istanti che hanno preceduto l’esplosione mortale. Alessandro dormiva in camera sua, quando all’improvviso è stato svegliato da alcune esplosioni. Spaventato lui stesso da quello che stava succedendo, è corso in camera del padre. L’appartamento iniziava già a essere saturo di fumo. Andrea Fino ha quindi urlato al figlio di mettersi in salvo calandosi dalla grondaia. Lui è riuscito a uscire dalla finestra e a scendere. Il figlio non ha fatto in tempo: l’esplosione lo ha ucciso sul colpo.

Nella sua camera laboratorio, esclusa a tutti, c’erano almeno due frigoriferi pieni zeppi di materiale chimico acquistato sicuramente via web. E se, con ogni probabilità, la maggior parte dei composti per costruire bombe Alessandro li ha ordinati regolarmente su internet, gli investigatori non escludono che il ragazzo possa aver recuperato parte del materiale, così come le istruzioni per il confezionamento degli esplosivi, nel deep web, il lato oscuro della rete dove si trova di tutto.

Nella giornata di ieri i carabinieri hanno recuperato dalla casa di Fino diversi tubi contenenti chiodi (verosimilmente da trasformare in bombe); batuffoli di cotone impregnati di sostanze chimiche altamente instabili; ordigni rudimentali; contenitori con tracce di nitrato di ammonio; ma anche due balestre e lo scheletro di una pistola, quasi certamente un’arma giocattolo.

Per tutta la giornata gli ordigni sono stati fatti brillare in sicurezza.

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