Salvini liquida Campione
«Se ne occupano altri»

Così il vice ministro a una domanda sulle vicende dell’enclave Intanto il commissario attende ancora la notifica della sua nomina

Matteo Salvini sul dossier Campione: «So che i ministri competenti, che non sono io, ci stanno lavorando». Alla domanda dei cronisti il vice premier al forum di Confcommercio ieri mattina ha così risposto sulla crisi che ha travolto da più di otto mesi l’enclave comasca in terra ticinese. Dunque il ministro dell’Interno sostiene di non avere sul caso competenze e comunque non si sta occupando del Casinò e dei suoi 482 ex lavoratori licenziati e del Comune accerchiato dalla Svizzera finito in dissesto economico e con 86 dipendenti in esubero e senza stipendio da un anno.

La rapida battuta di Salvini sull’enclave non ha certo entusiasmato i residenti campionesi che vivono con rabbia il distacco da sempre dimostrato dalle principali figure di governo nei confronti del paese sulle rive del Ceresio.

«Allora aspettiamo che i ministeri competenti diano finalmente delle certezze a un paese agonizzante - commenta Caterina Ferrari Boffa a nome di un comitato di cittadini - speriamo ancora che il Governo intervenga con urgenza per tutelare la nostra intera comunità».

Ma a chi tocca allora occuparsi dell’affare Campione?

«La mia nomina è ufficiale, io però ancora non ho ricevuto la notifica – dice Maurizio Bruschi, ex dirigente romano del Viminale ora in pensione, la persona scelta dal Governo a inizio anno come nuovo commissario straordinario – appena l’avrò in mano partirò per Campione d’Italia. Penso già la prossima settimana».

Il commissario straordinario da legge ha l’incarico di valutare se ci sono le condizioni economiche per riaprire il Casinò. La vecchia società però è naufragata nel fallimento, i debiti sono saliti a 176 milioni di euro e il tribunale di Como dopo il ricorso alla Corte d’Appello deve nuovamente discutere del caso.

«I giudici hanno fatto molto bene a non andare in Cassazione – commenta Bruschi – un nuovo ricorso avrebbe bloccato tutto per anni. Adesso il procedimento torna a Como, bisogna ridiscutere il futuro della casa da gioco e dell’intera comunità».

Bruschi è insomma atteso da un compito gravoso.

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