Solo monete nei vecchi parcometri
Grandate, proteste alla stazione

Né biglietteria né edicola: non si possono cambiare le banconote

Si lamentano i pendolari multati e il ricorso costa troppo. Csu annuncia: «Appena possibile metteremo quelli nuovi»

Non ha la moneta per pagare il parcheggio, prende la multa, tenta il ricorso, ma la contestazione costa più caro della sanzione. Tra i tanti disagi alla stazione di Grandate-Breccia (spaccio, prostituzione, servizi carenti, topi e passaggio a livello chiuso), occorre citare anche la presenza di parchimetri antiquati: anche volendo è impossibile pagare con carte, bancomat e banconote.

«Mercoledì ho lasciato l’auto per prendere il treno – racconta un cittadino comasco nel parcheggio basta pagare un euro per l’intera giornata. I parchimetri però non accettano banconote e nemmeno le carte di credito».

«Non avevo moneta in tasca - aggiunge -, ho chiesto a dei viaggiatori se avevano da cambiare, in biglietteria non era possibile cambiare una banconota perchè è tutto chiuso. Nei paraggi non c’è un bar, un’edicola, non sapevo cosa fare, il treno è arrivato ed io avevo urgenza di partire. Al ritorno mi sono ritrovato la multa sul parabrezza».

Per l’esattezza 41 euro con la possibilità di saldare il conto entro cinque giorni beneficiando di una riduzione pari al 30%, quindi 28,7 euro. «Quindi prima della scadenza mi sono informato per fare ricorso, con l’avvocato e il giudice di pace. Per fare la domanda però avrei speso 45 euro, parecchio più della multa, quindi ho deciso di pagare. Però davvero mi pare ingiusto abbassare la testa, i parchimetri sono vecchi e la giustizia costa più della sanzione».

I parchimetri in questione, lato città, sono gestiti dalla società Csu, Como servizi urbani, a Lazzago ci sono 500 posti auto a pagamento dalle 8 alle 20 con una tariffa unica giornaliera pari a un euro, un abbonamento settimanale che costa 5 euro. Si accetta solo moneta. «Purtroppo è vero, speriamo di mettere presto dei parchimetri nuovi» spiega Marco Benzoni, direttore di Csu.

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