«A 8 anni abusata da un amico»
Diventa maggiorenne e denuncia

Per dieci anni dice di essersi tenuta un groppo nell’anima. Quindi si è presentata in Questura per raccontare: così mi ha violentata

Como

Si è aperto, in Tribunale a Como, un processo delicatissimo che vede imputato un uomo accusato di aver abusato sessualmente di una bimba, figlia di conoscenti. E di averlo fatto per tre anni, ogni volta che si sarebbe trovato solo con lei. I fatti risalgono a oltre dieci anni fa, perché l’allora bimba ha atteso di diventare maggiorenne prima di denunciare ogni cosa alla polizia.

Il momento della svolta arriva dopo il periodo di Natale del 2016. Con il nuovo anno, proprio a gennaio, la ragazza varca gli uffici della Questura e chiede di poter formalizzare una denuncia per violenza sessuale. E così si siede nell’ufficio ”soggetti deboli” della squadra mobile e di fronte ai poliziotti inizia ad affrontare i ricordi di dieci anni prima. Quando, a partire dal 2007 e fino al 2010 (così recita il capo d’accusa), un amico di famiglia, comasco oggi 53enne (all’epoca dei fatti poco più che quarantenne), avrebbe abusato sessualmente di lei.

La ragazza si sarebbe tenuta quel groppo nell’anima per tutta l’adolescenza, fino a quando non ce l’ha più fatta e ha quindi deciso di confidarsi con i famigliari prima e con la polizia poi.

Il pubblico ministero, Massimo Astori, pochi giorni dopo quella denuncia ha disposto una serie di accertamenti e di approfondimenti per comprendere l’attendibilità o meno del racconto fatto ai poliziotti. E così la squadra mobile ha cominciato a convocare tutte le persone che avrebbero potenzialmente potuto a essere a conoscenza non già di quanto accaduto, essendo rimasto per così tanti anni un segreto, ma dei rapporti dell’allora bambina con l’indagato. Per comprendere se quest’ultimo abbiamo o meno avuto l’opportunità di fare ciò che gli viene contestato (e che omettiamo di raccontare su queste colonne).

Raccolte tutte le testimonianze del caso, il pubblico ministero ha anche deciso di sottoporre la ragazza a una consulenza psico-diagnostica per verificare la sua attendibilità. E, avuto conferma dal consulente, che il racconto era attendibile, ha deciso anche di chiedere un incidente probatorio affinché la giovane fosse sentita - alla presenza di un giudice - sia dalla Procura che dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Fabio Gualdi.

Un processo delicatissimo, dunque, nel quale il diretto interessato professa l’assoluta estraneità alle accuse.

Ieri i giudici hanno iniziato a sentire i poliziotti che svolsero le indagini. Quindi il processo è stato aggiornato. Riprenderà nelle prossime settimane, in quella che si preannuncia una battaglia legale non certo agevole: la parola di una ex bambina che si è tenuta per sé per anni un tremendo segreto contro quella di un uomo accusato di un reato infamante.

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