«A Loubna tante promesse
Ma poi è stata lasciata sola»

La denuncia dell’avvocatessa amica della mamma: «Non so se si poteva evitare la strage, so che ora non si fa abbastanza»

Quella che era soltanto una sensazione, sentendo parlare Loubna Jamal, la mamma di Siff, Saphiria, Sophia e Soraya, sembra diventare una dolorosa conferma dalle parole della sua amica avvocatessa. Un anno dopo la strage di via Per San Fermo, l’abbraccio della città attorno a questa donna sembra essersi decisamente allentato. E la solenne promessa delle istituzioni «Non l’abbandoneremo» sembra essersi decisamente ridimensionata.

«È stata lasciata sola - afferma, secca, Anna Paola Manfredi, già presidente della Camera Civile di Como - E in questo anno è emersa chiaramente l’inadeguatezza di molti». Proprio l’avvocato Manfredi aveva deciso di rompere il silenzio che aveva avvolto, in questo anno, la donna. E lo ha fatto con una lettera, inviata al giornale, con dieci quesiti provocatori. Il primo: perché nessuno si è chiesto che fine abbia fatto la mamma dei bambini?

L’amica torna con il pensiero ai giorni immediatamente prima e dopo i funerali dei quattro bimbi: «C’è stata tantissima vicinanza, è vero. Ma tutta quella solidarietà e quella dichiarata volontà che una cosa del genere non accadesse mai più, poi non si è concretizzata in un progetto vero. Ho anche la sensazione che tra servizi sociali e medici del centro psico-sociale non si parlino tra di loro e non facciano squadra».

Sul ruolo dell’apparato istituzionale l’avvocato Manfredi è molto critica: «Le ha fatto molto piacere ricevere la visita del sindaco Landriscina la vigilia di Natale. Ma poi non si è più fatto vedere nessuno. A Natale l’ho invitata io in famiglia: non potevamo lasciarla chiusa lì, in ospedale. E a Pasqua l’ha ospitata Beatrice. Ma a parte noi e poche altre persone, è rimasta sola».

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