A Natale la lezione della storia recente: «La concordia è sempre possibile». Le parole del cardinale

Messa in Duomo Monsignor Oscar Cantoni nell’omelia della messa di Natale di questa domenica ha fatto riferimento alle guerre, alla pandemia e alle tensioni famigliari o sociali delle nostre vite come occasioni per imparare la lezione della fraternità.

Un Natale senza neve a Como, ma anche un Natale finalmente un po’ più libero dalla paura e dalle restrizioni imposte negli anni passati dalla pandemia e quindi un Natale che si può davvero vivere vicino alle persone più amate. Ma la vicinanza all’altro, al prossimo, come ha detto il cardinale Oscar Cantoni nel corso della sua omelia in occasione della messa di Natale oggi in Duomo, non è affatto semplice.

«Tutti sappiamo per esperienza che non è facile vivere da fratelli e sorelle, (sia a livello di famiglia naturale, come nella vita di discepoli di Gesù, per non parlare dei rapporti con persone di altre provenienze etniche, culturali o religiose). Facciamo fatica ad accettarci nella nostra diversità, ma il nostro compito sta proprio nell’ imparare a stimarci a vicenda, sentendoci responsabili gli uni degli altri, dal momento che la fraternità è un anelito insopprimibile».

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La riflessione del vescovo di Como quest’oggi ha preso avvio dalle parole del Vangelo secondo Giovanni: “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. L’occasione del Natale, dell’incarnarsi di questo Verbo che assume un nome, un volto e una storia precisi hanno portato Monsignor Cantoni a ricordare la missione di Gesù Cristo tra gli uomini che a sua volta «illumina ogni uomo perché Egli ci ha svelato il mistero della nostra vita, il senso del nostro percorso sulla terra, quali sono i veri tesori della vita, dove siamo destinati al termine del nostro pellegrinaggio terreno».

Una domenica di Natale accesa quindi di interrogativi e inviti, a partire da quello di provare a costruire in questa vita una durevole fraternità con gli uomini insieme a cui si cammina sulla Terra. Ma com’è possibile farlo? «Possiamo imparare continuamente ad accoglierci dentro una medesima esperienza di vita - ha suggerito il cardinale - cercare il bene del fratello e non lasciarci turbare dal male, poiché dove abbonda il peccato deve sovrabbondare la misericordia e il perdono».

Perché la fraternità non è qualcosa di acquisito per sempre, ma piuttosto una lezione di vita sempre in aggiornamento, cui bisogna senza sosta prestare attenzione. Per spiegarlo Monsignor Cantoni ha fatto riferimento a come negli ultimi anni la storia sia entrata nelle nostre vite mettendoci alla prova soprattutto dal punto di vista della fraternità: «dalla pandemia alle diverse guerre in atto, dai problemi economici che ne conseguono. Pensiamo anche alle tensioni nelle famiglie e anche nelle nostre comunità. La concordia è sempre possibile, a ogni livello e in ogni situazione. Quali ulteriori segni pretendiamo ancora da Dio? Ci dovrebbe bastare una lettura attenta della realtà odierna per trarne le conseguenze. Dio cammina tra noi, dentro la nostra storia. Egli è la luce che illumina le nostre oscurità e se le porte sono sbarrate, egli penetra anche attraverso le fessure perché noi apriamo finalmente gli occhi alla luce divina e tutto acquisterà un senso nuovo e completo».

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