A Roma con Ratzinger
«Incontro straordinario»

Don Andrea Straffi e don Luca Borsani ricevuti dal Papa Emerito

Gli sarà intitolato l’oratorio di Cremia: «Ha ricordato monsignor Maggiolini»

«Unico, emozionante, straordinario». Don Andrea Straffi (collaboratore di Casnate e di Bernate e direttore dell’Ufficio Arte Sacra della Diocesi) e don Luca Borsani (parroco di Musso, Pianello del Lario e Cremia, in Alto lago) faticano a trovare gli aggettivi per descrivere l’incontro avuto lo scorso 27 marzo nella quiete dei giardini vaticani con il Papa Emerito, Benedetto XVI, che peraltro proprio oggi - giorno di Pasqua - compie 90 anni.

Papa Benedetto XVI - Joseph Aloisius Ratzinger il nome di battesimo - dal 1° marzo 2013, 17 giorni dopo le (clamorose) dimissioni dal Pontificato - vive nella quiete del monastero Mater Ecclesiae. Venti minuti di «colloquio amicale» (inizialmente ne erano stati concessi cinque) - quelli con il Papa Emerito - che i due sacerdoti della Diocesi lariana difficilmente dimenticheranno. «Il cuore batteva a mille. Questo quanto ho scritto anche sul “Settimanale della Diocesi” - afferma don Andrea Straffi -. Ci ha colpito l’umiltà che il Papa Emerito trasmette a chi gli sta di fronte. Sa mettere davvero gli interlocutori a proprio agio. Le sue clamorose dimissioni sono state la testimonianza più viva della sua umiltà. È provato nel fisico, ma non nello spirito. Anzi, Benedetto XVI ha anche avuto modo di raccontarci il suo legame con Como».

Il primo pensiero è stato per il vescovo Alessandro Maggiolini (scomparso nel 2008). «”Ho lavorato tanto con monsignor Maggiolini”, ci ha raccontato il Papa Emerito. Monsignor Maggiolini - va ricordato - è stato l´unico italiano (tra vescovi e cardinali) a contribuire alla realizzazione del “Nuovo Catechismo della Dottrina Cattolica».

«Il lago di Como era anche il luogo in cui trascorreva le vacanze il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer», ha fatto notare ai due sacerdoti lariani Papa Benedetto XVI. Già il Cancelliere Adenauer, il “papà” della moderna Europa, di cui mercoledì ricorre il cinquantesimo anniversario della morte (celebrato con una serie di eventi a Villa La Collina, la sua dimora estiva di Griante).

«Sino all’ultimo non credevamo di poter incontrare Papa Benedetto», aggiunge, abbozzando un sorriso, don Andrea. La richiesta di un breve colloquio era stata inoltrata da don Luca Borsani. Il motivo? Dedicare l’oratorio di Cremia a Papa Benedetto.

«Le chiedo di benedire questo Crocifisso che sarà esposto nei locali dell’oratorio», la richiesta di don Luca. Il racconto di don Andrea Straffi si interrompe per qualche secondo. È lo stesso sacerdote a spiegare quel breve momento di silenzio. «La risposta che il Papa Emerito ci ha dato spiega più di mille parole la grandezza di questa persona. “Non ne sono degno”, ci ha detto il Papa. Penso a buon diritto che tra qualche anno si comprenderà sino in fondo cosa abbia rappresentato Papa Benedetto XVI per la Chiesa». Dunque l’oratorio di Cremia porterà il suo nome. Papa Benedetto XVI - piumino e sciarpa bianca sopra la talare - era accompagnato da monsignor Georg Gänswein, il fedele segretario, volto noto della Chiesa.

Proprio padre Georg in un colloquio con “La Repubblica” ha rilevato - qualche giorno fa - che «Papa Ratzinger non si è mai pentito delle dimissioni. È convinto di aver fatto la cosa giusta per il bene della Chiesa».

I due sacerdoti comaschi hanno portato alcuni doni, tra cui la biografia di un beato della chiesa di Como, Nicolò Rusca. «Un martire della fede», così ha chiosato il Papa Emerito. C’è stato anche un piccolo fuoriprogramma. Al momento dell’immancabile foto ricordo la macchina fotografica non voleva proprio saperne di funzionare. «Se fosse stato un cellulare, sarebbe stato più semplice. Così ci ha detto Papa Benedetto XVI», conclude don Andrea Straffi. Questo a conferma della grande presenza del Papa Emerito, i cui problemi di salute (oggetto di molte supposizioni) sono legati principalmente all’età, come ha avuto modo più volte di affermare anche monsignor Georg.

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