A scuola si misura lo spazio tra i banchi
«Tutti non ci staranno, lezioni miste»

Da domani scattano le verifiche per definire la capienza di ogni singola classe. Il preside del Volta: «Non possiamo accogliere mille studenti al giorno. Metà a casa, a rotazione»

Sarà una settimana di misurazioni per verificare se gli spazi sono sufficienti. Pubblicate - in ritardo - le linee guida, le scuole comasche stanno cercando di capire quanti studenti saranno in grado di accogliere a settembre. Se, per le superiori, probabilmente ci si orienterà per un rientro misto, in parte a distanza e in parte in presenza, per gli istituti comprensivi, in particole le scuole dell’infanzia, andranno individuati spazi in più.

Due interpretazioni

«Bisogna capire con precisione come s’intende la distanza di un metro fra le bocche degli studenti – spiega il preside del Volta Angelo Valtorta – stando all’interpretazione più “rigida”, nelle nostre aule ci potrebbero stare circa la metà degli studenti. Se, invece, “vincesse” quella meno restrittiva, paradossalmente la distanza richiesta sarebbe inferiore a quella attuale. Ecco, io propendo comunque per la prima ipotesi: quindi, sarà credo necessario adottare la didattica mista, con metà classe a scuola e l’altra a casa, a rotazione settimanale».

Secondo il dirigente, questa è anche la soluzione in grado di salvaguardare i principi della distanza e del non assembramento, garantendo la sicurezza sanitaria. «Stante la situazione attuale – continua Valtorta – noi non possiamo accogliere mille alunni al giorno. Con cinquecento, posso governare i flussi in entrata e uscita o per recarsi al bagno. Inoltre, si riuscirebbe ad attivare un protocollo abbastanza rigido a tutela della salute di tutti. A ranghi “pieni”, invece, sarebbe molto difficoltoso».

In settimana, le scuole verificheranno le disposizioni e, insieme con i responsabili della sicurezza, valuteranno in ogni classe quanti alunni potenzialmente potrebbero starci. È possibile che le superiori decidano di sfruttare la didattica mista, con rotazione settimanale, anche perché così si porterebbero meno persone sui mezzi pubblici, altro nodo da risolvere entro settembre. Per ipotizzare una soluzione, in una classe di venticinque, la metà seguirebbe da casa per una settimana, mentre l’altra si recherebbe a scuola, dandosi poi “il cambio” nella settimana successiva. «Non sarà possibile compiere un unico intervallo – precisa il preside del liceo cittadino – una possibilità è predisporre le lezioni da quarantacinque minuti, con i rimanenti quindici in cui gli alunni puliscono la propria postazione con i prodotti forniti dalla scuola. A seguire, attraverso flussi controllati, potranno andare in bagno e alla macchinetta, sorvegliati dai docenti e dai collaboratori scolastici».

Verifiche in corso

Per quanto riguarda il primo ciclo, la preside di Como Centro Città Valentina Grohovaz sottolinea come si stiano facendo le misurazioni: «Per quanto riguarda la primaria e la secondaria dovremo starci, sono ottimista – precisa – resta da verificare come organizzare gli spazi per l’infanzia. Peraltro, il Sant’Elia con tutta probabilità non sarà pronto per settembre, mentre in via Briantea ci sono aule chiuse da mesi e che ora servirebbero. Vediamo cosa proporrà il Comune. Altra questione da risolvere e su cui bisognerà capire come muoversi è quello della refezione scolastica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA