Abusi ed orrori in famiglia
Diciotto anni al padre orco

Condannato per violenza sessuale e maltrattamenti. Molestie sulla figlia fin dalle elementari. Le intercettazioni: «Mi provocava»

Como

Come un omicidio. Più di un omicidio. Diciotto anni di carcere: è la pena inflitta ieri mattina dal Tribunale con rito abbreviato (e dunque anche scontata di un terzo) a un padre comasco accusato di aver violentato per anni la figlia.

Un’accusa devastante, quella a carico dell’uomo, 50 anni già compiuti, del quale non pubblichiamo il nome solo per non rendere identificabile la vittima delle violenze per le quali è stato riconosciuto colpevole.

Tredici anni di molestie - prima - e poi veri e propri abusi: questa l’accusa portata in aula contro di lui dal pubblico ministero Simona De Salvo. E che ha spinto i giudici a una condanna che, senza gli sconti del rito abbreviato, sarebbe stata pari a 27 anni di carcere.

L’inchiesta

Decisive per la condanna sono state proprio le parole dell’imputato, registrate dalle microspie dei carabinieri piazzate in carcere dopo il suo arresto. Parlando a un parente che lo avrebbe apostrofrato con un «te l’avevo detto di non farlo più con lei» l’uomo avrebbe replicato che sarebbe stata la ragazza a provocarlo.

La vicenda di abusi familiari è emersa esattamente un anno fa, dopo che madre e figlia sarebbero state picchiate dall’uomo. Stanche le due donne si sono quindi rivolte a un legale, che ha formalizzato la denuncia ai carabinieri dando il via alla clamorosa inchiesta.

La storia finita nel fascicolo degli inquirenti parla di 13 anni di abusi, che sarebbero iniziati quando la figlia andava ancora alle elementari. Violenze sempre più gravi che sarebbero sfociate, addirittura, in una gravidanza e in un aborto (anche se questo episodio non è stato contestato formalmente, in assenza di prove certe).

La madre avrebbe scoperto ogni cosa dopo anni, ma non avrebbe mai denunciato per via delle botte del marito. In un caso sarebbe anche finita in ospedale dove, ai medici, avrebbe raccontato di essere rimasta vittima di un incidente stradale.

In aula i difensori dell’imputato hanno chiesto l’assoluzione dai maltrattamenti e l’ipotesi lievi sul fronte delle molestie, ridimensionando molto l’accusa. Ma il Tribunale è stato di diverso avviso, accogliendo la tesi dell’accusa e condannando l’imputato a 18 anni di carcere. Più di quanto ha preso Alberto Stasi per il delitto di Garlasco.

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