Albate, «manca personale»
E la scuola taglia l’orario delle lezioni

Dall’asilo alle medie, sospese le attività pomeridiane, a partire da quella del doposcuola - La preside: «Capisco il disagio, non avevo alternative»

«A causa della carenza del personale (docente e non docente) non si può più garantire l’intero servizio, perciò gli alunni usciranno dopo i pasti nei giorni di rientro e alle 13 nei restanti giorni. Viene sospeso anche il servizio di doposcuola. Ci scusiamo per il disagio arrecato, indipendente dalla nostra volontà».

È il messaggio ricevuto dai genitori e inviato dall’istituto comprensivo Como Albate. Come prevedibile, la comunicazione ha scatenato una ridda di commenti da parte delle mamme e dei papà, preoccupati da una decisione che, specie per chi lavora, potrebbe causare problemi.

La ratio della scelta è spiegata dalla preside Lucia Chiara Vitale che, in due giorni, si è trovata con quattro collaboratori scolastici in meno. «La riduzione oraria è stata necessaria per poter garantire la sorveglianza degli alunni e la pulizia degli ambienti – commenta -. Al momento non è possibile sapere quando ne arriveranno di nuovi, in molti poi rispondono alla convocazione ma poi non si presentano e i tempi raddoppiano».

Il meccanismo dà la possibilità ai collaboratori scolastici e ai profili tecnici e amministrativi di iscriversi a più graduatorie. Di conseguenza, le chiamate avvengono con tempi diversi. Su quattro “partenti”, tre andranno a ricoprire incarichi amministrativi o hanno accettato periodi di supplenza più lunghi. Un’altra, invece, ha comunicato ieri la propria malattia. Domenica, inoltre, scade il contratto di un’altra collaboratrice. «Capisco il disagio, ma non ho potuto davvero fare altrimenti – aggiunge la dirigente –. Inoltre, abbiamo anche un problema aggiuntivo, stiamo aspettando una decina d’insegnanti di sostegno e altri docenti. Se avessi avuto l’organico aggiuntivo, come promesso dal Ministero, avrei potuto forse destreggiarmi. Ma, al momento, non è arrivato. Purtroppo, l’emergenza ha portato allo scoperto una situazione disfunzionale». Nello specifico, la riduzione riguarda tutti i plessi, quindi circa 700 alunni. Per le materne e le elementari, si uscirà dopo pranzo, cioè alle 14 e alle 14.30. Mentre le medie finiranno alle 13. Sono sospese, quindi, tutte le attività pomeridiane, compreso il doposcuola.

L’assessore alle Politiche educative Alessandra Bonduri, tramite una nota, ha portato la propria vicinanza alla preside, puntando il dito contro il ministro Azzolina, mentre il consigliere regionale Pd Angelo Orsenigo ha chiesto un intervento al Comune che garantisca «almeno i due giorni di post scuola e servizio scolastico pattuiti. Serve una soluzione urgente a questo problema, presentatosi dall’oggi al domani alle famiglie».

Per quanto riguarda le cattedre scoperte, la situazione sul territorio non è rosea, anzi. «È un disastro – spiega il segretario provinciale della Uil Scuola Gerardo Salvo – abbiamo l’organico già pronto e siamo fermi da giorni spesso per ragioni burocratiche, perché a Como manca chi possa firmare una delibera». È bene ricordare come, in provincia, da inizio settembre manchi il provveditore.

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