Questa sera alle Primavere
la nuova Cina di Xi
Ingresso libero, prenota qui

Stasera al Sociale, ospiti de La Provincia, Filippo Fasulo e Claudio De Conto Il tema: la trasformazione di un paese destinato a diventare la maggior potenza economica

Questa sera alle 20.30 al Teatro Sociale di Como, nuovo incontro de Le Primavere, organizzate dal nostro giornale. L’ingresso è libero. Occorre però prenotarsi qui

La Cina da grande fabbrica è diventata un grande mercato, da formidabile competitor a straordinaria occasione di espansione e vendita per i prodotti delle aziende italiane, associati nel celeste impero all’idea di qualità e innovazione.

Delle sfide poste dalla Cina e dalla sua trasformazione dialogano questa sera Filippo Fasulo, coordinatore scientifico della Fondazione Italia Cina e Claudio De Conto, amministratore delegato Artsana Group, con la mediazione di Diego Minonzio per l’incontro de Le Primavere “Come la via della seta ha inventato un mondo nuovo”. Se l’Europa è capace di una visione politica profonda e gli Stati Uniti ampia, la Cina ha una visione di lungo periodo, ma sta implementando anche gli altri due aspetti e la sua prospettiva diventa anche sempre più profonda e sempre più larga.

La politica e l’economia

In Cina la politica precede l’economia, non la rincorre come accade spesso nelle democrazie, se lo può permettere un potere che non ha bisogno di consenso e Xi Jinping di potere ne ha accumulato molto dal 2012, quando era un uomo di mediazione, fino a sfiorare i livelli di controllo, se non di popolarità, di Mao Zedong.

Il rischio fiinanziario

In questa prospettiva vanno letti alcuni dei temi relativi alla produzione cinese oggetto della serata come la lotta alla povertà e l’aumento della remunerazione del lavoro, la volontà di incrementare la dotazione tecnologica degli impianti di produzione per diventare indipendenti entro il 2025 nel campo dell’It, della robotica, aeronautico, navale e del trasporto ferroviario.

Anche la Cina rischia una “questione meridionale” e giovedì scopriremo perché le regioni dell’incantevole Guilin, l’area dello Guangxi e Yunnan accumulano un ritardo rispetto al velocissimo sviluppo del loro intraprendente nord-est.

Si tratta poi di contenere il rischio finanziario: la Cina deve cercare di passare da una crescita rapida, attorno al 20%, a una crescita più controllata, gestibile e di maggiore qualità prevista del 6,5%. Una ricalibrazione della produzione e un incremento dei consumi in quantità e qualità: la strategia di sviluppo cinese si misurerà anche attraverso un nuovo diffuso benessere di quella che è destinata a diventare la potenza economica mondiale entro il 2050.

In questo senso i prodotti europei e in particolare italiani possono trovare, potenzialmente, un enorme bacino di clienti che riconoscono nel Made in Italy una garanzia sia di qualità nella lavorazione che di eccellenza nel design. La strada quindi è già segnata per un export di dimensioni e numeri per i quali le nostre piccole imprese manifatturiere potrebbero non essere preparate.

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