«Anziani vaccinati
entro la primavera»

La campagna è ferma per garantire i richiami ma secondo i medici bisogna accelerare sui più fragili

La campagna vaccinale anche a Como è ormai ferma. Dopo circa 11mila vaccinazioni effettuate, l’Asst Lariana deve concentrarsi sui soli richiami per evitare di vanificare l’efficacia della prima dose.

«Già con il 20% o 30% della popolazione vaccinata potremo ripartire – commenta Fabrizio Pregliasco, noto virologo lombardo –. Al raggiungimento di queste percentuali ci attendiamo un primo stop ai contagi e alla circolazione del virus. Ma, soprattutto, avremo un primo grande impatto nella lotta alla pandemia se riusciremo a difendere gli anziani e i malati fragili. Perché se anziani e malati saranno vaccinati inizieremo ad abbattere davvero il dato più drammatico che da mesi ci mette con le spalle al muro, ovvero il triste numero dei decessi».

Pur comprendendo la grande voglia di tutti i cittadini di vaccinarsi tutti e subito secondo Pregliasco è giusto sottolineare come la scienza abbia già fatto un enorme passo avanti mettendo a disposizione in un solo anno più tipologie di vaccini pronti all’uso. Certamente ci saranno tanti ostacoli da superare, ci vorranno molti mesi e non basteranno né la primavera né l’estate. «Non penso che la campagna vaccinale si concluderà ad agosto – dice Pregliasco – per tanti mesi ancora avremo a che fare con il Covid».

L’approvazione del vaccino AstraZeneca, il più opzionato dall’Italia, verrà discussa il 29 gennaio dalle autorità europee e i ritardi annunciati dall’azienda farmaceutica nelle consegne investono tutti gli Stati. Detto che le diplomazie sono al lavoro per accelerare la prossima distribuzione, è probabile che anche sul nostro territorio verranno rivisti i piani per le vaccinazioni. «L’indicazione teorica è raggiungere il 70% della popolazione – ragiona l’infettivologo comasco Domenico Santoro – per fermare la circolazione del virus e proteggere indirettamente anche le altre persone non vaccinate. Non sarà facile e ci vorrà molto tempo visti anche i problemi di produzione e distribuzione. Ci sono però evidenze che già con il 20% o 30% della copertura il virus rallenta la sua corsa e non riesce ad estendere i contagi con velocità. Un Paese molto avanti con la campagna come Israele già mostra questo andamento incoraggiante. Qualitativamente concordo sia giusto anche per ragioni etiche concentrarsi adesso sulla popolazione fragile. Ci sono dati assodati relativi alla mortalità dei soggetti in età avanzata con patologie croniche che possono creare complicanze. Proteggendo questi soggetti è immaginabile che il virus riesca a fare meno danni, nella speranza così di piangere meno lutti».

Santoro: «Risultato valido»

Questa non sarebbe la fine della pandemia, ma con meno morti la situazione sarebbe meno drammatica. «Sarebbe già un risultato più che valido – spiega Santoro – senza proiettarsi troppo in là nel tempo si spera sia un traguardo operativamente realizzabile».

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