Asilo Sant’Elia chiuso, mamme furiose
«Basta penalizzare i nostri bambini»

Da tre anni la struttura è vietata agli alunni: lettera dei genitori al prefetto - «Temiamo che qualcuno voglia farne l’ennesimo luogo chiuso frequentato da élite ristrette»

Fra poco sono tre anni: chiuso a giugno 2019, l’asilo Sant’Elia, gioiello razionalista collocato in via Alciato, è ben lontano dal riaprire i battenti e accogliere, nuovamente, i bambini iscritti. I genitori, esasperati dalla situazione, hanno deciso di scrivere una lettera al prefetto Andrea Polichetti poiché, a detta loro, le precedenti richieste inviate al Comune «sono state ignorate».

Una telenovela

All’inizio, i lavori promessi dall’amministrazione sarebbero dovuti durare qualche mese, dall’estate 2019 a pasqua 2020. Gli interventi prevedevano il rifacimento dei controsoffitti e la sistemazione delle tende, un problema che costringeva le maestre a coprire i finestroni con dei cartoni per provare, senza successo, a evitare che il calore del sole trasformasse l’edificio in un forno. Poi, fra lavori partiti e sospesi, la struttura non è mai stata riaperta.

Non solo: nei mesi scorsi, è stata anche imbrattata dai writer. Ora toccherà alla nuova giunta chiudere la partita. Nel mentre, i bambini sono stati spostati alle elementari di via Viganò, struttura però non idonea, secondo le mamme e i papà, a ospitare «bambini di età compresa dai 3 ai 5 anni e a dare il corretto contributo didattico e pedagogico che richiede una scuola materna».

Nella lettera firmata dalla rappresentante dei genitori nel consiglio d’istituto Elena Albonico , vengono fatti alcuni esempi, dai servizi igienici non idonei alla presenza di scale. «Manca uno spazio giochi adeguato - continua – oggi è ricavato dal vecchio parcheggio». Stando ai genitori, «l’attuale giunta non si è degnata di rispondere alle numerose sollecitazioni arrivate da dirigenti, insegnanti e genitori, e anzi è apparsa, nella figura del sindaco, quasi infastidita dalla richiesta di spiegazioni».

Il futuro

Nel documento, si chiede una sistemazione adeguata per l’inizio del nuovo anno scolastico. Per le famiglie, sarebbe perfetta la sede dell’università della Terza età di via Palestro, in origine proprio un asilo: «Una parte dell’attuale struttura contiene tuttora uno spazio giochi per la materna. Non si possono privare i bambini del loro diritto a crescere in un ambiente idoneo».

La preside dell’istituto comprensivo Como Centro Valentina Grohovaz ha inviato una lettera al Comune per chiedere l’utilizzo proprio dell’edificio in via Palestro. «Temiamo che qualcuno voglia cogliere l’inadeguatezza dell’attuale giunta per fare del Sant’Elia l’ennesimo luogo chiuso frequentato da una ristretta élite - precisa la lettera inviata al prefetto - e privare i bambini di una simile meraviglia. Per non parlare della funzione d’integrazione che una scuola materna può svolgere in quel quartiere».

In vista del trasferimento degli uffici della pubblica amministrazione nella caserma De Cristoforis, i dipendenti potrebbero avere bisogno di mandare i propri figli a scuola a pochi passi dal posto di lavoro. Per i genitori «questo vorrebbe dire ampliare il bacino di utenza...ma in quali spazi?». Infine, una domanda provocatoria, con riferimento al carattere multietnico della zona: «Se l’asilo fosse stato in un altro quartiere, avremmo avuto maggiore attenzione?».

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