Autista del bus ubriaco al volante
La Cisl: via dalla guida ma non licenziatelo

Asf non ha ancora preso alcuna decisione: «Indagine interna per ricostruire quanto accaduto» - E sulla sicurezza: «Test antidroga periodici su tutti»

Como

Alla notizia del fatto che l’autista, denunciato per guida in stato d’ebbrezza dalla polstrada, non era alla sua prima contravvenzione per aver bevuto prima di mettersi alla guida di un bus, anche il sindacato cambia la linea di difesa.

«Il discorso della sicurezza dei passeggeri è basilare - è il commento di Lorenzo Trombetta, segretario Cisl Trasporti, la sigla sindacale a cui l’autista denunciato è iscritto - Per questo motivo comprendiamo non sia più rimesso alla guida, ma allo stesso tempo chiediamo all’azienda di salvaguardare il posto di lavoro».

Tradotto: giù dal bus, ma niente licenziamento. «Parliamo di un uomo di 56 anni che ha lavorato tutta la vita per Asf - prosegue il sindacalista comasco - Ora, nessuno dice che ha fatto bene ma crediamo sia possibile trovargli un’altra sistemazione in azienda». Quest’ultima, dal canto suo, ancora non ha preso alcuna decisione sulle sorti del proprio dipendente.

Ma com’è possibile che un dipendente di un servizio pubblico così delicato possa mettersi alla guida di un autobus con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro di sangue, ovvero oltre il livello massimo previsto dal codice della strada?

«Asf - si legge ancora nella nota inviata dall’ufficio stampa dell’azienda - tiene a precisare che tutti i suoi autisti sono sottoposti a controlli periodici e a test antidroga a sorpresa da parte di personale autorizzato, in ottemperanza alla normativa vigente». In realtà, però, i test consentono quasi esclusivamente di accertare l’eventuale guida sotto l’effetto di droga, ma difficilmente consente di verificare la sobrietà degli autisti.

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