Autista del bus ubriaco in via Napoleona
Rischia il posto, il sindacato non lo molla

Il dipendente di Asf fermato dalla polizia: «Ma in oltre vent’anni non ha mai commesso errori. Adesso può essere spostato ad altre mansioni»

«Un episodio gravissimo, che non vorrei commentare se non per ribadire che la sicurezza, quella dei viaggiatori come quella degli autisti, viene prima di tutto»: Flaviano Romito, membro della segretaria della Fit Cisl, non si dilunga oltre sulla notizia dell’autista di Asf trovato giovedì poco prima di mezzanotte con un tasso alcolico di 1,5 al volante di un bus di linea sulla Napoleona, dopo avere tamponato un’auto.

È evidente l’imbarazzo del sindacato che, se da un lato difende i lavoratori, dall’altro insiste da anni proprio sul tema della sicurezza: l’episodio infatti potrebbe costare il posto all’uomo, 54 anni, residente nel Canturino, sposato e con famiglia carico.

Lo ha fatto intendere la stessa Asf, facendo trapelare che le conseguenze saranno proporzionate alla gravità della vicenda: «Verranno presi i provvedimenti del caso», è l’unico commento che giunge dalla società di via Asiago a poche ore dall’accaduto.

A norma di legge, non è ammessa la minima percentuale di alcol nel sangue dei conducenti professionali mentre sono in servizio.

L’alcol test giovedì sera avrebbe dovuto far segnare uno zero tondo, e non l’1,5, un livello che è superiore di tre volte anche alla soglia di 0,5 consentita ai privati al volante. Identica a quella del sindacato la lettura che viene data da Asf: «Un fatto grave», per il quale non sarà nemmeno necessario effettuare particolari approfondimenti o indagini, dal momento che il tasso alcolemico è stato accertato dalla Polizia stradale subito dopo il tamponamento, mentre l’autobus era ancora in servizio, pur non avendo più passeggeri a bordo (era quasi mezzanotte).

Circostanze che hanno fatto scattare la sospensione con effetto immediato della patente, e una denuncia per il reato di guida in stato di ebbrezza.

La stessa azienda ha rimarcato «l’attenzione nei confronti della sicurezza degli utenti». L’autista, da oltre vent’anni dipendente di Asf, è iscritto proprio al sindacato dei trasporti Fit Cisl, e il segretario Lorenzo Trombetta avverte che, a norma di contratto, «il rischio di licenziamento è reale, ma», aggiunge, «nel caso di sospensione della patente lo stesso contratto nazionale prevede comunque una salvaguardia per l’autista, vale a dire che vi è la possibilità di spostarlo ad altre mansioni che non prevedano la conduzione dei mezzi, almeno per tutta la durata della sospensione del permesso di guida, facendogli anche frequentare dei corsi». Il sindacato dunque non vuole abbandonare il lavoratore, «almeno fino a quando non avremo visto tutte le carte, e avremo valutato tutte le posizioni, compresa quella dello stesso autista» dice ancora Trombetta.

«Resta invariata - conclude - la nostra posizione in materia di sicurezza, ma i provvedimenti sanzionatori devono comunque tenere conto del curriculum professionale del soggetto, e non mi pare che risultino nel suo caso, contestazione di tipo disciplinare. Dunque, se c’è stato l’errore da parte del conducente, sarebbe comunque il primo in una carriera immacolata. Anche questo aspetto penso abbia una rilevanza e credo che se ne debba tenere conto».

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