Bar e ristoranti contro il Comune di Como: «Questo Natale è stato un flop»

Il bilancio Confcommercio: «Edizione sottotono. Poca gente e calo significativo di clienti». Leoni (albergatori): «Lo scontro tra Como e Cernobbio penalizza tutti, evitiamo un bis»

Bar e ristoranti bocciano il Natale “in tono minore”. Finite le feste, archiviati gli eventi natalizi, è possibile tracciare i primi bilanci. Lo scontento per il Natale a Como riecheggia soprattutto tra i visitatori giunti da fuori città, orfani delle luci e degli spettacoli dai grandi numeri, ma anche tra i baristi e i ristoratori, che lamentano cali del fatturato rispetto al passato compresi tra il 25% e il 30%. Il giudizio di molti commercianti del centro storico invece è meno duro, con la loro clientela fidelizzata hanno comunque ottenuto degli incassi soddisfacenti senza il fastidio del caos e delle folle oceaniche. Per tutti però l’amministrazione comunale, in vista del prossimo anno, deve cercare di superare i conflitti e il dualismo con la Città dei Balocchi e le feste nella vicina Cernobbio.

«Ci sono due anime distinte – spiega Graziano Monetti, direttore di Confcommercio Como – i più sostengono che il Natale in città sia stato fortemente sottotono, con ripercussioni e cali nei fatturati del commercio. Soprattutto baristi e ristoratori che vivono in larga parte del passaggio dei turisti. In effetti è oggettivo, in centro si è vista meno gente. Altri negozi in diversi settori invece dicono di non aver particolarmente accusato il colpo. Incassi a parte, bisogna trovare un’organizzazione omogenea - sottolinea Monetti - La competizione tra Como e Cernobbio è assurda. Giova al commercio come a tutto il territorio raggiungere una soluzione armoniosa e condivisa». Un doppione a poche centinaia di metri è sconveniente.

«Abbiamo davanti i prossimi mesi per trovare un incontro, siamo disponibili a fare da mediatori – interviene Luca Leoni, presidente degli albergatori comaschi – il Natale per le nostre attività è importante, è un momento di riferimento. Ha un valore per tutta la provincia. È un incentivo e un richiamo per i clienti che arrivano sul lago. È dunque fondamentale non farsi la guerra». Per gli albergatori il Natale è iniziato in sordina, senza comunque gravi riflessi dovuti alla mancanza dei Balocchi, poi le prenotazioni sono state soddisfacenti a fine anno. Un buon trend nella speranza che il turismo a Como faccia lavorare il comparto tutto l’anno, senza pause.

Più delusi i ristoratori. «Tutti i colleghi che ho incontrato hanno scosso la testa – dice Mauro Elli, chef comasco e vice presidente della Federazione pubblici esercizi (Fipe) di Confcommercio Como – Prima, è un fatto, entrava più gente dalla porta. Quest’anno il passaggio è stato scarso. I grandi numeri aiutano bar e ristoranti. Le percentuali di ribasso sono importanti. Al contrario a Cernobbio si sono fregati tutti le mani, contenti per l’arrivo della Città dei Balocchi che ha riempito sedie e tavoli. Spero che la città di Como voglia in futuro pensare a degli eventi nell’interesse di tutti e non contro qualcuno».

Secondo commercianti e albergatori bisogna comunque tener conto della crisi energetica e del caro bollette. Può anche darsi che il minor afflusso e le minore spese delle famiglie siano anche spinte dal difficile momento economico.

«Faremo a tal proposito un sondaggio più approfondito a metà gennaio – spiega Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como – i primi rilievi mostrano un Natale in chiaroscuro. Con cali tra il 25% e il 30% per alcune attività, come i ristoranti e i bar senza il forte flusso di passanti. Anche gli stessi esercenti delle casette dei mercatini sono scontenti. Altre attività invece sono in sostanziale pareggio, ben felici di aver vissuto in una città senza caos. In generale occorre trovare una giusta misura, superando la competizione con Cernobbio e valorizzando l’immagine della città».

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