Benzina, in Ticino niente sconti sul pieno
Continua l’assalto ai distributori comaschi

Consumi Il governo di Berna valuta contromisure a favore degli impianti sul confine - Ma per il momento benzina e diesel restano più convenienti in territorio italiano

Per almeno un mese, il divario che separa il capoluogo (e il nostro territorio) dal Canton Ticino quanto a prezzi del carburante - al di qua del confine si spendono fino a 20 centesimi in meno al litro, con il nostro Governo che ha prorogato sino all’8 luglio il taglio sulle accise e sull’Iva legate - rimarrà invariato o comunque subirà leggerissime oscillazioni.

Una modifica legislativa

E questo perché solo con un provvedimento votato dalle Camere federali - che si riuniranno a giugno - il Governo di Berna potrà dar corso a una modifica legislativa per andare in soccorso dei distributori di carburante, in primis per quelli delle zone ticinesi di confine, che hanno visto una contrazione degli incassi sino al 90%. «Si stanno valutando misure ad hoc per le regioni di confine, dentro un pacchetto più corposo di interventi per contrastare l’impennata legata all’aumento dei prezzi sia del carburante, ma anche del riscaldamento - conferma Alex Farinelli , deputato in Consiglio nazionale a Berna per il Partito Liberal Radicale -. In Svizzera però non abbiamo lo strumento legislativo del Decreto Legge, ricordando che il taglio sulle accise e sull’Iva deciso dal vostro Governo rimarrà in vigore sino all’8 luglio, ma non potrà protrarsi all’infinito, anche perché lo Stato italiano non credo possa rinunciare all’infinito agli introiti delle accise». Il tema di fondo è che dopo questa ulteriore misura decisa dal Governo Draghi oltreconfine si è subito guardato a Berna per capire eventuali contromosse, con una parte della politica - a cominciare dalla Lega dei Ticinesi - che ha accusato di immobilismo il Consiglio federale guidato dal ticinese Ignazio Cassis. «Presto, cominceranno i licenziamenti. E non solo di frontalieri», ha aggiunto il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri .

«Il Consiglio federale, dopo aver valutato e disposto le misure, dovrà poi portarle all’attenzione delle Camere federali in giugno - fa notare ancora Farinelli -. Nel sistema svizzero, uno dei punti cardine è rappresentato dal fatto che il Governo possa portare avanti solo ciò che il Parlamento ha autorizzato. È chiaro questa è una situazione straordinaria e tutti noi notiamo il “pendolarismo al contrario” per il pieno di carburante, che potrebbe portare - con perdite degli incassi fino al 90% - ad alcune misure salva-occupazione, come il lavoro ridotto, l’omologo della vostra cassa integrazione, già sperimentato con ampie garanzie durante il biennio segnato dalla pandemia. Ritengo però questo modus operanti un caposaldo per avere la certezza del diritto, anche se, come ripeto, notiamo e vediamo quotidianamente le immagini delle auto con targhe ticinesi in coda ai vostri distributori di carburante».

Così fino a giugno

Le dinamiche da qui a giugno (in prima battuta) dunque non dovrebbero mutare, ricordando che sul modello di quanto avvenuto per i provvedimenti anti-Covid, anche i Cantoni - a cominciare dal Ticino - dovranno dire la loro su eventuali iniziative finalizzate a ridurre il gap tra Italia e Svizzera per il pieno di carburante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA