Bici a folle velocità con il trucco dell’app, che pericolo in centro

Il caso Molti “rider” che consegnano cibo a domicilio corrono ben oltre il limite che la legge fissa a 25 km/h - Bastano un pc o un telefono per modificare le biciclette

Chiunque sia passato a piedi per il centro storico, ma anche lungo marciapiedi di altre parti della città, non può non aver notato le e-bike sfrecciare al pari di una motocicletta. Il punto il cui le gesta di questi “ciclisti elettrici” sono poi particolarmente evidenti è in via Napoleona, dove spesso le moto di piccola cilindrata si trovano testa a testa con questi fulmini della strada. Stupirà il sapere, però, che la legge prevede una velocità massima di 25 chilometri orari con un motore che eroga una potenza non superiore ai 250 watt.

La polizia locale ha già elevato parecchie sanzioni

In merito a queste e-bike, che anche ieri abbiamo controllato girare per il centro, spesso con al sedile i rider che consegnano il cibo a domicilio, si raccontano anche delle storie curiose. Una riguarda un intervento a Camerlata dei carabinieri che videro sopraggiungere a “fuoco” una due ruote fermata subito per chiedere «patente e libretto», salvo poi scoprire che era in realtà una bici elettrica. Un’altra riguarda un intervento della polizia locale proprio in Napoleona dopo aver visto una e-bike procedere in salita a tutta velocità senza che il ciclista pedalasse. Cosa che non dovrebbe essere possibile, visto che la potenza di 250 watt deve entrare in azione sempre e solo con la pedalata assistita, e non schiacciando un pulsante o azionando leve perché questo particolare comporterebbe – con tutta evidenza – l’installazione di una modifica non consentita dalla legge.

La polizia locale ha già elevato più sanzioni in merito (quasi tutte ai rider) arrivando anche al sequestro dei mezzi elettrici: azione che è possibile proprio quando viene scoperta una alterazione. Viene però da chiedersi come sia possibile vedere biciclette sfrecciare a simili velocità, quando la legge impone i 25 chilometri orari con tanto di limitatore.

La rete – come sempre – è piena di risposte a questi quesiti. E i tutorial spiegano bene, in pochi minuti (e con la scritta “illegale”), come intervenire sulla centralina per aumentare la potenza. Ma c’è anche la possibilità, collegando la centralina stessa ad un pc, di codificare in modo diverso la scheda rendendola gestibile anche da app scaricabili sui telefonini. Insomma, dai cellulari sarebbe possibile gestire, in questo modo, la velocità di una e-bike e l’erogazione della potenza della batteria che ovviamente avrebbe però il problema di scaricarsi prima.

La centralina può essere gestita anche con una app

Ieri abbiamo provato ad avvicinare un po’ di ciclisti in sella alle e-bike, chiedendo informazioni su questi dispositivi. Nessuno però ha saputo (o voluto) mostrarci come funzionano, ammesso che fossero installati. Mentre nel punto di ritrovo dei rider, lungo via Plinio, in attesa di ricevere informazioni sulle consegne da effettuare, i ragazzi non avevano alcuna voglia di parlare.

Rimane però il problema legato a queste biciclette e anche – in modo del tutto speculare – ai monopattini elettrici che possono essere alterati allo stesso modo. La situazione è nota anche alle forze dell’ordine, che quotidianamente si trovano a dover fare i conti (intervenendo) con questi missili su due ruote, silenziosi e sempre più spesso protagonisti anche di incidenti lungo le vie cittadine. Mezzi che sfrecciano a due passi dalle persone che passeggiano in centro, dalle famiglie e dai bambini che corrono giocando e non pensando di doversi trovare a fare i conti con una bici lanciata a tutta velocità.

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