«Bimbi isolati senza vaccino»
L’avvertimento dei medici

Dopo il caso di Bari. In provincia registrati 14 casi di morbillo. «Bisogna vaccinarsi, non c’è flessibilità. Il virus può essere mortale»

L’ultimo caso in Puglia, una bimba ha contagiato otto persone . «I vaccini servono. Lo dice la scienza, lo dicono i virologi e gli immunologi. Ci si deve vaccinare per il proprio figlio ma anche per gli altri. Guardiamo a quello che è appena successo a Bari». Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri, ha presentato ieri la nuova campagna pro vaccinazione dell’associazione. I manifesti, dove campeggiano le immagini di bambini e la frase “Isolato… o vaccinato”, saranno affissi a Como, a Cantù ed Erba. Il riferimento a Bari è agli otto casi di morbillo registrati in questi giorni. «Bisogna vaccinarsi e non c’è flessibilità che tenga. Il virus non è flessibile, va dove deve andare - prosegue Spata - e le complicanze del morbillo possono essere mortali».

Nel 2017 in Italia sono stati 5402 i casi segnalati di morbillo; per il 2018 le ultime rilevazioni dell’Istituto Superiore di Sanità hanno evidenziato che da gennaio a settembre sono stati 2295, 149 dei quali in Lombardia (nel 2017 erano stati 762). Per numero di malati la nostra regione, al momento, è al quinto posto dopo Sicilia, Lazio, Campania e Calabria. Dal 2017 ad oggi i decessi sono saliti a 12, l’ultimo a Trieste lo scorso ottobre ha riguardato un paziente di 70anni, immunodepresso, deceduto per complicanze respiratorie. Ats Insubria nel 2018, fino a luglio, ha registrato 20 casi di morbillo, di cui 14 residenti nel territorio di Como e 5 di Varese.

«I dati sono confortanti e sono da attribuire all’aumentata copertura vaccinale dovuta anche all’introduzione dell’obbligatorietà oltre che a una continua campagna di sensibilizzazione - prosegue Spata - Ora sarebbe molto pericoloso abbassare la guardia, in quanto si tornerebbe a sottovalutare i rischi e le complicanze di tale patologia. È necessario tenere alta la percezione del rischio e soprattutto diffondere un messaggio chiaro e semplice che la pratica vaccinale è per il bene comune, a tutela anche di coloro che non possono vaccinarsi». La campagna comasca, patrocinata anche da Fnomceo, la federazione degli Ordini, è alla terza edizione.

«Quest’anno ci siamo concentrati sui bambini - osserva Marina Russello consigliere e coordinatrice della commissione aggiornamento dell’Ordine - per fare in modo che nei genitori cresca la consapevolezza che quel semplice gesto sia un bene per il figlio e per la collettività, ma abbiamo anche voluto richiamare l’importanza del ruolo del medico curante che deve essere l’unico punto di riferimento per non rischiare di imbattersi nelle false notizie del web».

«Non dobbiamo accontentarci del miglioramento dei dati - aggiunge Daniele Lietti, già primario di Pediatria del Valduce - la campagna deve continuare. Le vaccinazioni sono la scelta migliore, ma anche un doveroso gesto di solidarietà nei confronti di chi, perché piccoli o malati, non possono essere vaccinati». Vaccinarsi contro le malattie infettive, quindi, e contro l’influenza, altra malattia che nei pazienti cronici può portare alla morte.

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