Botte e minacce ai vicini
Famiglia di Uggiate
a processo per stalking

Marito, moglie e figlio avrebbero effettuato lanci di vasi, aggressioni a pugni, tentativi di investimento nei confronti dei vicini di casa

Un’intera famiglia di Uggiate Trevano finirà a processo con l’accusa di stalking ai danni dei vicini di casa. La decisione è stata presa dal giudice delle indagini preliminari Maria Luisa Lo Gatto che, ieri, ha rigettato la richiesta di archiviazione delle accuse presentata dalla Procura e ha ordinato l’imputazione coatta per marito e moglie sessantenni e il figlio di 38 anni. Per tutti l’accusa ipotizzata è di atti persecutori.

Vittime i vicini di casa, che con la famiglia condividono il cancello d’ingresso alle rispettive villette e che - secondo l’accusa - da oltre tre anni subirebbero una serie di dispetti che avrebbero avuto anche conseguenze sulla salute. In particolare la mole di denunce presentata dalle presunte vittime parla di: lancio di vasi ai loro danni, un’aggressione a suon di pugni, insulti, minacce, tentativi di investimento, elettricità tolta all’improvviso per bloccare il cancello d’ingresso e pure delle telecamere puntate sulla loro casa. Denunce raccolte nel corso degli anni dai carabinieri di Faloppio e, in alcuni casi, già sfociate in processi davanti al giudice di pace.

La Procura di Como aveva chiesto l’archiviazione delle accuse, ritenendo che non si potesse ipotizzare il reato di stalking. Il giudice delle indagini preliminari è giunta a una diversa conclusione, affermando che non sarebbe possibile parlare solo di pessimi rapporti di vicinato, ma di episodi gravi da non sottovalutare. A detta del magistrato la quantità di denunce formalizzata dall’avvocato dei vicini di casa sarebbe tale da far ipotizzare l’esistenza di atti vessatori e preoccupanti.

Da qui la decisione di ordinare alla Procura l’imputazione coatta per l’intera famiglia, che si troverà a rispondere di stalking a processo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA