Bullismo contro la parrocchia di Rebbio
La Procura mette sotto accusa tre giovani

A luglio don Giusto presentò un esposto per piccoli furti, minacce e dispetti subiti

Il tempo di raggruppare in un unico fascicolo le numerose denunce ricevute nel corso degli ultimi due anni, ed ecco che l’esposto presentato dal parroco di Rebbio in Procura per una serie di episodi di “bullismo” (o peggio) ai danni della parrocchia ma non solo, si tramuta in un avviso di chiusura indagini per tre giovani residenti nel quartiere. Protagonisti - a vario titolo, sostiene l’accusa - di piccoli furti, raid vandalici, soprusi, atti violenti che avevano creato allarme e preoccupazione tra i residenti e i fedeli di Rebbio, ma anche nello stesso don Giusto Della Valle, che più volte aveva cercato di “arginare” le manifestazioni più eclatanti dei tre ragazzi sotto accusa.

Le contestazioni

Il principale protagonista dell’inchiesta è nato 22 anni fa in Marocco, e risiede tra Camerlata e Rebbio. A suo carico il pubblico ministero contesta una rapina, quattro furti, una ricettazione, un’accusa di lesioni (legata alla rapina), una di danneggiamento, una di ricettazione e ancora resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Il giovane, personaggio noto ai carabinieri di Rebbio, il 3 ottobre dello scorso anno aveva ricevuto un foglio di via obbligatorio del questore, che non si è però mai tramutato in un rimpatrio verso il Marocco.

Tra le accuse contestate dalla Procura vi è anche quella di violazione di domicilio. Il 12 aprile scorso il giovane sarebbe infatti entrato senza alcun permesso nelle aree riservate dell’oratorio della parrocchia di San Martino a Rebbio. E, quando don Giusto ha chiamato i carabinieri del nucleo radiomobile, si sarebbe scagliato contro di loro spintonando e colpendo a calci i militari intervenuti nonché ingiuriandoli e minacciandoli.

I fatti contestati sarebbero stati compiuti in un arco temporale che fa dal gennaio dello scorso anno (quando dopo aver portato via una confezione di 15 bottiglie di birra dall’Esselunga di Camerlata aggredì gli addetti alla sicurezza che lo avevano fermato per recuperare la refurtiva) fino, appunto, allo scorso aprile.

Di un paio di episodi di furto, il giovane è indagato assieme a connazionale di 21 anni. Accusato di un episodio danneggiamento che sarebbe stato commesso a Blevio, in concorso con il solito ventiduenne, un terzo ragazzo, italiano.

L’esposto

Lo scorso luglio don Giusto consegnò in Procura un esposto per ricostruire una serie di episodi che, per quanto non tutti legati a reati, a suo giudizio contribuivano a creare allarme a Rebbio e, soprattutto, nell’ambiente dell’oratorio e della parrocchia.

Una scelta, quella di presentare l’esposto dal parte del prete, che non era stata presa a cuor leggero: «Come parroco e come cristiano - aveva voluto sottolineare nell’esposto inviato alle forze di polizia e alla magistratura - valutando umanamente le ragioni del disagio di queste persone, in più occasioni ho provato a farli ragionare cercando di far capire gli errori e i danni arrecati. Di fronte all’arroganza e alla spavalderia con la quale hanno continuato e continuano a prevaricare i diritti e gli interessi delle persone accolte in parrocchia, ritengo sempre più urgente un intervento delle autorità».

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