Camera di commercio, Lecco ci prova
Blitz per soffiare a Como il segretario

Contratto prolungato di due anni alla dirigente lecchese Rossella Pulsoni - Per i comaschi il nuovo ente resetta tutto. Taborelli: «Danno erariale? Pagherà chi ha sbagliato»

Como

La proroga dell’incarico da parte della Camera di commercio di Lecco al segretario generale Rossella Pulsoni per due anni, non impensierisce Como. Che ribadisce: con l’accorpamento, nuovo consiglio, nuovo presidente e anche nomina del futuro segretario. La vicenda che ha diviso in questi giorni le associazioni lecchesi, insomma, vede invece quelle comasche sullo stesso fronte. Chi entra nel merito della decisione presa dalla giunta dei (per ora solo) vicini di casa, su cui nel frattempo è arrivato un ricorso, chi non commenta, ma in ogni caso si è uniti.

Il presidente camerale lecchese Daniele Riva ha firmato il contratto la scorsa settimana; da parte di Confindustria Lecco e Sondrio era già stata inviata una lettera di dissenso del presidente Lorenzo Riva. Como appunto osserva, con sfumature diverse, ma un’unica convinzione: questo non cambia il fatto che il futuro segretario della Camera di commercio accorpata sarà nominato dal nuovo ente. Punto.

Il presidente comasco Ambrogio Taborelli precisa: «Non mi permetto di commentare quello che fa Lecco, certo ho sentito questa storia e l’impressione è che si sia voluta forzare la mano. Mi sento vicino a Lorenzo Riva, siamo anche freschi dell’assemblea generale unita con Unindustria Como e Confindustria Como e Lecco e davvero è stata la più bella a cui abbiamo partecipato». Questo senso di condivisione e di volontà di procedere insieme, sarebbe bello trasportarlo anche nella nuova avventura camerale insomma. Peraltro va ricordato che l’apparentamento maggioritario (ovvero con 22 seggi) unisce proprio le associazioni confindustriali, Confcommercio e Confartigianato dei due territori.

Il contratto prorogato a Rossella Pulsoni prevede una retribuzione di 161mila euro lordi all’anno e i revisori hanno vincolato il parere favorevole alla proroga non di due anni, ma fino all’accorpamento. Nell’intervista a “La Provincia di Lecco” pubblicata ieri Daniele Riva ha assicurato che non si tratta di un colpo di mano, ma ha anche posto questa domanda: «Formalmente si parte il primo gennaio, ma, di fatto, siamo sicuri che in quella data l’accorpamento sarà completato?».

Como pensa proprio di sì, se non il primo (che sarebbe utile per la gestione dell’ente) giorno dell’anno, non molto più in là.

Taborelli conferma: «L’accorpamento è atteso per gennaio. In ogni caso, se verrà indicato un danno erariale, non pagherà il nuovo ente, ma chi l’ha procurato».

Riva era in pole position in questa fase nel toto presidente accanto al collega comasco Marco Galimberti, pure lui presidente di Confartigianato (Como) e attualmente vicepresidente camerale. Anche se non si esclude l’arrivo di qualche altro papabile dal mondo industriale, dopo una serie di indisponibilità. E proprio Galimberti non vuole entrare nel merito della delibera lecchese, perché «fino al momento dell’accorpamento c’è un’autonomia di scelta nelle due Camere».

Su quel momento appunto, il vicepresidente della Camera di Como precisa: «I tempi non li dettano più le associazioni, ma sono tracciati dal decreto. Entro metà dicembre bisogna dare i nominativi dei componenti del consiglio camerale. Poi arriverà un decreto della Regione, che nominerà il nuovo consiglio». E anche Galimberti ribadisce sulla data: «Auspico che il primo gennaio si apra il nuovo corso, per evitare complicazioni e perdite di tempo inutili. La nomina del segretario spetterà a chi sarà chiamato a governare questo nuovo unico territorio lariano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA