Campione, favore al capo dei vigili
Tumbiolo accusato di corruzione

Nell’indagine sul Casinò, anche una vicenda di una falsa residenza: una ex dirigente l’avrebbe ottenuta archiviando un procedimento disciplinare sul collega

Indagando sui conti di Comune di Campione d’Italia e Casinò, su presunti abusi d’ufficio e falsi in atti pubblici nonché su bilanci asseritamente falsificati, la Procura di Como e gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza sono incappati in uno scambio di favori che avrebbe avuto per protagonisti il capo della polizia locale, Maurizio Tumbiolo, e l’ex dirigente comunale Emanuela Radice.

Secondo l’accusa - che ipotizza a carico dei due il reato di corruzione - Radice avrebbe attestato (falsamente, sostengono gli inquirenti) di risiedere a Campione d’Italia, così da ottenere tutti i vantaggi economici previsti per i residenti dell’enclave, in un’abitazione di proprietà di Tumbiolo quando, in realtà, abitava a Cornaredo e quella campionese sarebbe stata una residenza fittizia.

Sostengono Finanza e Procura che Tumbiolo, nel 2018, avrebbe omesso - in qualità di capo della polizia locale - di controllare l’effettiva residenza della dirigente comunale e che, in cambio, Emanuela Radice avrebbe archiviato un procedimento disciplinare aperto nei suoi confronti sul doppio incarico ricoperto sia a capo dei vigili che come direttore dell’Autorità di bacino del Ceresio. Per questa vicenda i due sono indagati anche per falso.

Ma a loro carico, oltre che all’ex sindaco Marita Piccaluga, vi è anche l’accusa di abuso d’ufficio circa i ristorni dei canoni di concessione demaniali riscossi dal Comune.

(Paolo Moretti)

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