«Cittadini al centro di tutte le scelte. Il forno? È inutile»

Fabio Aleotti Candidato della lista Como in movimento

Per cinque anni capogruppo di opposizione per il Movimento 5 Stelle, ora Fabio Aleotti corre con la lista civica “Como in movimento - stop inceneritore”.

E proprio ieri ha annunciato parte della sua ipotetica squadra di giunta con Mauro Bizzanelli alla Protezione Civile, Simone Sivero al Personale, Claudia Alessia Ficarra alle Politiche del lavoro e Gloria Santoro alle Politiche giovanili.

Perché ha deciso di candidarsi presentandosi all’ultimo minuto?

La scelta di presentare una lista c’era già, poi abbiamo optato per una lista civica visto che non avevamo risposte da Roma per il simbolo del Movimento 5 stelle. Ma era tutto pronto.

Il Movimento 5 Stelle è diviso, con il consigliere regionale che appoggia lei e il deputato Currò che sta con Minghetti...

La coordinatrice del nord Italia ha dichiarato ai giornali che non ci sono indicazioni di voto da parte del Movimento e che, quindi, qualsiasi iniziativa è a titolo personale e questo vale anche per il deputato che ha deciso di sostenere Minghetti.

Per lei questa è la seconda campagna elettorale da sindaco. Che differenze ha notato rispetto a cinque anni fa?

Questa mi è sembrata meno impegnativa di quella di cinque anni fa e, finora, mi ha dato più soddisfazione perché aver scelto di presentare una lista civica non legata al simbolo mi ha fatto sentire un apprezzamento maggiore da parte delle persone. È stata una campagna elettorale

più sottotono e più ristretta, forse anche perché si è fatto tutto in poche settimane, a parte chi era partito molto prima appoggiato dal mondo intero. Non mi sono piaciute le sfilate di vip e autorità che poco o nulla hanno condiviso con il territorio: persone che non si sono mai interessate di Como, della città e dei suoi problemi.

Qual è il suo obiettivo minimo?

Diventare sindaco per riuscire a cambiare qualcosa, vista la debacle dei partiti tradizionali che poi non riescono ad andare d’accordo e l’ultima amministrazione ne è stata il chiaro esempio. Io vorrei portare a votare quel partito che ha vinto cinque anni fa, il popolo degli astensionisti.

Lei è consigliere comunale. Mi dice una cosa positiva che ha fatto l’amministrazione uscente?

Domanda difficile, se mi avesse chiesto una cosa negativa avrei potuto parlare 30 minuti. Non riesco a vederla perché, per me, hanno presentato un compito in bianco.

E una cosa di cui lei, da consigliere di opposizione, va orgoglioso?

Siamo riusciti a far approvare la mozione plastic free, a far partire la mappatura delle barriere architettoniche che era ferma da trent’anni e a portare attenzione sulla terza linea dell’inceneritore che sarebbe altrimenti passata sotto silenzio, con la creazione della commissione speciale di cui ero vicepresidente, che ha evidenziato le molte criticità dell’opera.

Ha citato l’inceneritore: il no ce l’ha anche nel simbolo. Lo motiva?

Sì. abbiamo messo il no anche nel simbolo perché riteniamo sia fondamentale portare avanti questa battaglia. Como ha già due linee di incenerimento attive dagli anni ’60 e questa terza linea andrebbe a raddoppiare la produzione perché si andrebbero a bruciare circa 90mila tonnellate all’anno di fanghi. Ci sono alternative più sostenibili. Dai fanghi è possibile ricavare biogas e la scelta dell’incenerimento, oggi, non è al passo con i tempi e non è supportata da reale necessità, ma è puro business economico. Infatti in Lombardia non possono essere realizzati nuovi inceneritori in quanto quelli attivi sono 13 sul totale di 25 a livello italiano. L’autosufficienza della Lombardia sarebbe garantita da 6 inceneritori e questo porterà nei prossimi anni alla dismissione di alcuni di questi. Realizzare una terza linea a Como vorrebbe dire mantenere attivo l’impianto per i prossimi vent’anni, mentre noi riteniamo che i cittadini di Como già con le due linee attive abbiano già dato a sufficienza.

Inceneritore a parte, qual è la prima cosa da fare?

Nei primi 100 giorni vorrei riuscire a riattivare il dialogo con i cittadini. Questa amministrazione non ha portato avanti la ridefinizione delle assemblee di zona in chiave partecipativa, per noi fondamentali come la costruzione del bilancio partecipativo.

Sul fronte viabilità, traffico e parcheggi come pensa di agire?

Il cambiamento deve essere anche culturale perché è il momento di pensare a una mobilità differente, sostenibile e alternativa. Obiettivo sarà quello di predisporre navette che possano fare la spola dai parcheggi di cintura al centro della città, soprattutto durante i grandi eventi come la Città dei Balocchi.

E i parcheggi, ne servono di più?

No, l’implementazione dei parcheggi è controproducente: può dare sollievo nell’immediato, ma i parcheggi sono attrattori di utenza, cioè le auto, che creano traffico veicolare. La soluzione sta nel riuscire a intercettare il traffico nell’hinterland con parcheggi di cintura con l’incentivazione del trasporto pubblico, che deve essere accattivante e gratuito. È molto importante essere parte attiva in un’infrastruttura come la ferrovia Como-Lecco per permettere anche ai frontalieri di avere un’alternativa sostenibile e vantaggiosa economicamente. Dobbiamo fare in modo che il Tilo penetri anche su quella tratta, che conta numerosi frontalieri.

Impianti sportivi, su tutti la piscina. Come intervenire?

La prima cosa da fare è un’approfondita indagine sullo stato dell’infrastruttura. Se, come sembra, dovessero emergere alcuni vizi strutturali, riteniamo che un intervento palliativo sia uno spreco di denaro, e quindi sia necessario il rifacimento dell’impianto che non ha nemmeno una vasca di pre riscaldamento che sarebbe necessaria agli atleti per le competizioni.

Andreste quindi avanti con il project financing già avviato?

Sì, ma con un’amministrazione molto attenta alla stesura del bando, che lo gestisca e non lo subisca. Noi non siamo contrari a priori agli investimenti dei privati, ma serve un controllo. È inaccettabile che la città capoluogo di provincia abbia tutti questi problemi sugli impianti sportivi: il Sinigaglia, il palaghiaccio, il palazzetto di Muggiò. Su questi temi questa amministrazione si è arresa.

C’è un suo avversario che l’ha colpito positivamente?

Adria Bartolich, che ritengo una persona preparata e con cui avevamo avuto anche interlocuzioni in fase di pre candidatura, salvo poi decidere di fare una nostra lista vista la presenza della componente mastelliana in appoggio a lei.

Perché votare Fabio Aleotti?

Primo perché è un’evoluzione di quanto presentato come 5 Stelle con un programma più completo e vicino ai cittadini. Abbiamo arricchito la lista anche con espressioni civiche del territorio con grandi competenze e siamo qui per chi vuole fare una scelta consapevole di un voto completamente libero dopo i fallimenti delle precedenti amministrazioni. La scelta di una lista progressista per l’effettivo cambiamento perché i comaschi meritano finalmente che ci sia un cambio di passo.

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