Como, foto con il telefono
ai libri della biblioteca
Il Comune: un euro a pagina

Nel nuovo regolamento introdotta un’altra tariffa. Il consigliere Anzaldo: «La legge le prevede gratis»

Mentre il Parlamento, lo scorso anno, ha deciso di consentire agli utenti degli archivi e delle biblioteche di scattare liberamente fotografie, con i propri smartphone, per riprodurre i documenti consultati, il Comune di Como, il 26 marzo scorso, ha deciso di tassare le riproduzioni digitali fatte in proprio con un euro ogni scatto. Tradotto: se uno studente, per motivi di studio, ha bisogno di riprodurre un testo trovato in biblioteca, rischia di dover fare un investimento (che finirebbe per rendere più conveniente l’acquisto del libro stesso) per poter fotografare le pagine di interesse. A chiedere conto del motivo per cui la giunta ha «previsto un corrispettivo per le fotografie digitali autoprodotte di beni culturali» è il consigliere comunale Fulvio Anzaldo, della lista Rapinese Sindaco.

«Il decreto di legge concorrenza - spiega Anzaldo - ha previsto che nessun canone sia dovuto per le riproduzioni di bene culturali eseguite direttamente dai privati per uso personale o per motivi di studio. Inoltre è stata anche estesa la riproduzione libera ai beni bibliografici e ai beni archivistici. La ragione è quella di garantire la più ampia fruibilità dei beni culturali da parte dei privati e degli studenti. E il Comune che fa?»..

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