Como: la sveglia degli Alpini
«Cimiteri indecorosi
Pronti a pulire noi»

Da luglio ancora nessun intervento del Comune.«Abbiamo uomini e mezzi, basta che ci chiamino, L’attuale condizione di abbandono non è dignitosa»

L’Associazione nazionale alpini di Como si dice pronta ad intervenire per fermare, subito, il degrado dei cimiteri cittadini.

Cimiteri in condizioni di totale abbandono da luglio, da quando cioè l’azienda che aveva vinto l’appalto per la manutenzione ha rinunciato. Mentre a Palazzo Cernezzi si valuta se assegnare l’incarico alla seconda in classifica, l’erba cresce, sempre più rigogliosa, così come cresce l’amarezza tra le migliaia di comaschi che portano un fiore o una preghiera ai loro cari sepolti in uno degli otto cimiteri cittadini. L’amministrazione comunale ha incassato in silenzio anche gli sberleffi dell’opposizione, che per bocca di Patrizia Lissi ricorda «che in campagna elettorale sembrava avessero la bacchetta magica e gli incapaci fossimo noi».

Soluzioni all’orizzonte? Nessuna. Chiamare i dipendenti ad impugnare un decespugliatore sembra impossibile: dei 700 dipendenti comunali sarebbero solo otto quelli che si occupano di manutenzione e nessuno di loro in queste settimane è disponibile. Chi è in ferie, chi è in malattia, chi ha prescrizioni mediche che impediscono lavori pesanti.

Ma non pare che sia proprio così, o sempre così. Il presidente delle “penne nere” lariane, Enrico Gaffuri, conferma che «la condizione di degrado in cui versano i cimiteri del capoluogo non è per niente dignitosa». «Non lo è per i defunti e non lo è nemmeno per i visitatori - aggiunge -. Siamo pronti ad intervenire, partendo - mi preme rimarcarlo - da Albate, cimitero che necessita davvero di un intervento di pulizia e decoro immediato. Il cimitero è luogo della memoria e meriterebbe ben altro riguardo».

L’Associazione nazionale alpini di Como, cui fanno riferimento 125 gruppi e oltre 7 mila “penne nere”, ha una propria struttura rodata da anni, che include anche l’efficiente unità di Protezione civile (una novantina i componenti), la quale all’occorrenza può annoverare altri volontari. «È chiaro che non possiamo occuparci di tutti i cimiteri, ma sono sicuro che una grossa mano la potremmo dare eccome. Lo dico con cognizione di causa - aggiunge Gaffuri -. Pertanto qualora gli amministratori comunali lo chiedessero, gli alpini non si tirerebbero indietro, anche, o meglio soprattutto, in considerazione del fatto che uno dei fondamenti del loro credo associativo è proprio il culto della memoria».

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