Como, lo scandalo dell’area Ticosa: il conto della bonifica raddoppia

Già spesi 6 milioni, ne servono altri 5 per l’amianto nell’ultima cella. Incertezza sull’apertura del parcheggio

Como

Il conto per la bonifica della Ticosa arriverà, alla fine, a toccare gli 11 milioni di euro. E prima di chiudere un capitolo iniziato alla fine del 2006 e non ancora arrivato ai titoli di coda ci vorrà ancora tempo, un anno almeno tra gare, appalti e lavori.

Ma andiamo con ordine. Per la Ticosa Palazzo Cernezzi ha già dovuto affrontare un salasso di circa 6 milioni di euro tra incarichi, consulenze e spese per la bonifica dell’amianto all’interno degli edifici prima (con annesso il sequestro dell’area dopo il ritrovamento di amianto triturato nei materiali inerti mesi dopo la demolizione) e per il sottosuolo. Solo per rimuovere gli inquinanti dal terreno (manca ancora la cella 3) sono stati spesi quasi 5 milioni (inizialmente il costo previsto era di 2 milioni e 390mila euro).

E proprio la cella 3, un’area di circa 4500 metri quadrati a ridosso della Santarella, la vecchia centrale termica. Da rimuovere ci sono circa 8mila metri cubi di amianto per un costo totale, compresa la parte relativa alla falda, pari a circa 5 milioni di euro. Questo vuol dire portare il conto a 11 milioni.

Sul fronte tempi non ci sono certezze, ma se non saranno infiniti come quelli delle fasi precedenti, sarà necessario completare il progetto (fatto internamente dal settore Ambiente di Palazzo Cernezzi con l’obiettivo di evitare le problematiche in corso d’opera del passato) e avviare le procedure di gara che dureranno alcuni mesi anche perché serviranno i pareri degli enti competenti. Questo vuol dire che il cantiere partirà nella seconda parte dell’anno per concludersi all’inizio del 2020. L’assessore all’Ambiente Marco Galli, che si sta occupando della Ticosa dalla scorsa estate, non parla di tempi e si limita a dire che «come settore stiamo lavorando a tutta per non perdere più tempo» e che «dovremo fare i passaggi per arrivare alla gara, quindi giunta e commissione, cercheremo di essere il più veloci possibile, ma ci sono tempistiche minime da rispettare».

Resta da chiarire la questione del parcheggio provvisorio. Nelle scorse settimane lo stesso assessore alla Viabilità Vincenzo Bella aveva frenato molto sull’apertura per il prossimo dicembre. Bisognerà però verificare se con la presentazione del progetto complessivo ci sarà la possibilità di ottenere dall’amministrazione provinciale una certificazione parziale dell’avvenuta bonifica in tutto il resto dell’area. In questo caso si potrebbe pensare a un intervento nella parte verso la Napoleona, ma dovranno essere valutati i costi e i benefici, anche in rapporto al futuro dell’area.

Si parla infatti di 1,5 milioni per riaprire 450 posti e se l’amministrazione deciderà di realizzarlo dovrà anche prevedere di rientrare nella spesa.

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