Como, nessun argomento da discutere
E il consiglio comunale salta

Dibattito sulla scelta di annullare la seduta. Magatti: «Zero idee e scarsa organizzazione». I capigruppo difendono la scelta: si fa per economicità

Non c’è nulla in agenda e salta il consiglio comunale. Ieri sera l’aula non si è riunita, la seduta del 28 ottobre è stata annullata la scorsa settimana con il voto di maggioranza dei capigruppo presenti.

Troppo pochi gli argomenti presenti all’ordine del giorno proposti dalle minoranze, insufficienti le mozioni, maggioranza e giunta non hanno portato nuove indicazioni. A breve però l’assemblea potrebbe essere costretta a traslocare dalla sala stemmi prendendosi dunque un’altra settimana di vacanza, la sala consiliare in riqualificazione da più di due anni è ormai pronta.

«Mancano purtroppo ancora le luci – spiega Anna Veronelli, presidente del consiglio comunale – per il trasloco ho chiesto di nuovo aggiornamenti e li sto attendendo. Non ho informazioni anche per la programmazione dei lavori del consiglio. Quanto all’annullamento della seduta i capigruppo hanno deciso a maggioranza, c’erano solo poche mozioni da discutere».

Il vice sindaco Adriano Caldara sta lavorando al corposo capitolo del bilancio, la discussione andrà il prossimo mese in scena trasloco permettendo. Il gruppo di opposizione di Alessandro Rapinese, assente dal vertice dei capigruppo, bolla l’empasse come la «decadenza del palazzo».

«Mi pare eccessivo per un paio di mozioni indire un consiglio comunale - difende l’operato dell’amministrazione Francesco Brenna, capogruppo della lista civica che sostiene il sindaco Mario Landriscina -, è una questione di spese e di economicità (una seduta costa circa 5mila euro, ndr)». Ma è possibile che una città come Como non abbia argomenti, necessità, domande da porre alla politica? «La maggioranza deve proporre e produrre delibere, non hanno materiale – dice Vittorio Nessi per la minoranza Svolta Civica che ha approvato il rinvio della seduta insieme al capogruppo del Pd Stefano Fanetti –. Non ci sono proposte. Due ore di seduta non bastano per affrontare le spese della convocazione».

Dal canto suo il capogruppo di Civitas Bruno Magatti aggiunge: «Saltare la seduta é ragionevole. Ma perché questa maggioranza ha poco o niente da proporre. Zero idee e scarsa organizzazione».

«Il nostro è comunque un Comune che fa molti consigli – spiega la consigliera del gruppo misto Ada Mantovani – e nel frattempo la giunta non è detto che non produca decisioni. In mancanza di delibere che interessano al mandato visti i costi rimandare mi pare ragionevole. È evidente però che all’ordine del giorno non ci sono temi per fare andare avanti la città». Costa circa 5mila euro una seduta. Sono ore di dibattito, discussioni, alle volte poco proficue, che portano magari anche all’approvazione di mozioni che poi finiscono sistematicamente nel cassetto e non vengono attuate.

«Tra non molto c’è da discutere il bilancio e di consigli ne vedremo parecchi», commenta Enrico Cenetiempo capogruppo di Forza Italia. «Poche mozioni non bastano per convocare un consiglio – dice Giampiero Ajani, il capogruppo della Lega, il perno della maggioranza – non siamo scarichi di lavoro, per fare arrivare le delibere in consiglio serve tempo, devono passare in commissione, in giunta. Arriveranno argomenti importanti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA