Como Nuoto prepara il contrattacco
E chiede il riconteggio degli atleti

Il presidente chiede al Comune il riconteggio del numero degli atleti ai fini dell’assegnazione del bando - «Pronti a denunciare l’assessore». Che replica: «Non mi interessano le polemiche, applicheremo la sentenza»

Dopo quasi un secolo di storia la piscina di viale Geno passa alla Pallanuoto Como. Ma la Como Nuoto non ci sta e si prepara a un’altra battaglia amministrativa e legale, addirittura, se si rendesse necessaria, anche a una denuncia nei confronti dell’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano.

Due anni fa, come noto, il Comune aveva aperto una gara per affidare la gestione dell’impianto sportivo con piscina e ristorante. Gli avvocati delle due società concorrenti si sono sfidati fino all’ultima sentenza pubblicata in settimana dal Consiglio di Stato, un provvedimento che non ammette appello. Il tribunale ha dato ragione ai pallanuotisti non tanto per un vizio di forma, come già sostenuto in primo grado dal Tar, ma per un errore nel conteggio del numero dei tesserati, uno dei criteri per l’assegnazione.

Il ricalcolo secondo i giudici pende in favore della Pallanuoto. Ma in realtà la Pallanuoto ha circa la metà degli atleti della Como Nuoto, circa 120 contro 250 per non una ma tre discipline sportive. La Pallanuoto però si era presentata al bando in associazione con la società di Genova Crocera Stadium, aumentando così i suoi numeri. «I contendenti per la gestione del compendio di viale Geno - scrive in una nota la Como Nuoto - sono la nostra associazione e dall’altra non la Pallanuoto Como, bensì il raggruppamento temporaneo d’imprese composto dalla Pallanuoto e dalla società dilettantistica Crocera Stadium con sede legale e operativa a Genova. Questa realtà ha messo a disposizione la sua storicità, il numero di atleti agonisti e il numero di associati. Dei 2.981 dichiarati dal raggruppamento quale media del triennio, 2.862 sono stati apportati da Crocera Stadium. Nulla di illegittimo, anzi, questa possibilità è prevista dal bando del Comune anche a seguito di un chiarimento fornito dallo stesso». La Como Nuoto però invita Pettignano a chiarire come la sentenza verrà eseguita «riservandosi ogni azione legale nelle competenti sedi, ove non fosse data corretta esecuzione al dispositivo del Consiglio di Stato». C’è insomma spazio per una nuova disputa. «Accertato che la modalità del conteggio dei tesserati non è corretta – spiega sempre la Como Nuoto – si chiede al Comune di applicare la sentenza con la metodologia del conteggio degli atleti indicata dai giudici, restando in attesa dell’esito». Quali carte pensa di poter ancora giocare la storica associazione di nuotatori? «Non abbiamo perso su tutti i fronti – dice Mario Bulgheroni, presidente della Como Nuoto – Ci sono dati che il Comune ha chiesto ai nostri concorrenti, ma non a noi, che devono essere acquisiti per un ricalcolo dei punteggi del bando. Così non fosse sono pronto a denunciare l’assessore. Senza l’associazione d’impresa con la società genovese la Pallanuoto non ha nemmeno le credenziali per partecipare. Anche noi, se i tempi del bando non fossero stati spostati, avremmo potuto fare squadra con altre realtà».

E l’assessore cosa dice? «Le sentenze vanno applicate - commenta Pettignano – non mi interessano le polemiche. I giudici hanno stabilito che la piscina va alla Pallanuoto. Ora dovremo controllare i documenti e fare le verifiche del caso anche con l’ufficio legale. Poi procedere all’assegnazione dell’impianto».

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