Como, pedibus addio
Al Comune non interessa più

Nel 2013 lo facevano 12 scuole, oggi solo due. Il motivo? Palazzo Cernezzi non paga le assicurazioni

Andare a scuola a piedi in compagnia è bello, serve a ridurre il traffico, a combattere lo smog e ad educare i bambini a stare all’aria aperta e a fare della sana attività sportiva. Il servizio - noto come “Pedibus” - nacque nel 2008 e nel 2013 aveva raggiunto 12 scuole della città, con un’utenza complessiva pari a 1.694 alunni e un’adesione superiore ai 400.

Al seguito dei bimbi, sul percorso casa scuola e ritorno, c’erano 144 accompagnatori tra mamme, papà, nonni, alpini e rangers. Nel 2016 a causa di un calo nel numero degli accompagnatori, scesi a 124, le linee pedibus raggiungevano otto istituti con un bacino totale di 1.300 frequentanti e 317 alunni aderenti. Dopo le ultime elezioni, anche per via del pensionamento della dipendente comunale che se ne occupava in prima persona, il Comune non si è più fatto carico dell’organizzazione del servizio, cioè della copertura assicurativa degli accompagnatori, e del mantenimento dei contatti con i genitori e le associazioni che sostenevano l’iniziativa.

Risultato: oggi il pedibus è attivo solo in due scuole, forse tre. Si cammina alla Vacchi di via Montelungo, alla Kolbe di Albate e, forse da fine mese, anche alla Massina di Monte Olimpino. A fronte di 338 alunni, quelli che aderiranno al servizio saranno in tutto una novantina. Al telefono dell’ufficio “tempi” del Comune non risponde nessuno. Sul sito internet di Palazzo Cernezzi si legge che «il pedibus viene gestito in autonomia dagli istituti comprensivi dove è attivo il servizio». L’ex assessore all’istruzione Amelia Locatelli nel 2017 aveva promesso impegno, volendo garantire, disse, continuità al servizio. E invece. In via Perti, una delle elementari che aveva il pedibus fino a poco fa, non risultano più linee attive. La segreteria della scuola di via XX Settembre spiega che sono due anni che i bimbi non vengono più accompagnati a piedi (tra l’altro fuori da “via Venti” il caos regna sovrano, in ingresso e in uscita da scuola, con decine di auto posteggiate in doppia fila). A Rebbio, in via Giussani, parrebbero interessati a riprovarci.

«Noi invece ci crediamo ancora - racconta la maestra Giulia Spagnolo, referente per la Kolbe -. Certo dobbiamo fare tutto da soli, il Comune fino a due anni fa collaborava, adesso ci hanno detto che non possono più occuparsene né pagare assicurazione degli accompagnatori. Ma le cose belle non devono sparire. Abbiamo due percorsi per una trentina di bambini e una manciata di volontari».

In via Montelungo il servizio è ripreso ieri, con 25 alunni e la prospettiva di arrivare a 40. Alle polizze pensa il consiglio d’istituto con risorse proprie. Infine la Massina, a Monte Olimpino: «Contiamo di ripartire entro fine mese - dice la preside Sonia Lulli, - stiamo raccogliendo le iscrizioni degli accompagnatori».

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