Como, piazza Grimoldi
Un vetro per i reperti?
Il dibattito sui social

Su Facebook la proposta per piazza Grimoldi

L’assessore: «I ritrovamenti vanno spiegati, non visti»

No anche dall’ex ingegnere capo: «Meglio dei pannelli»

I reperti ritrovati nelle scorse settimane in piazza Grimoldi saranno svelati sabato alla città attraverso una serie di visite guidate e, successivamente, ricoperti per lasciare posto al nuovo assetto della piazza, come era stato annunciato dal responsabile del procedimento, il dirigente Giuseppe Cosenza. Ma anche sui social network c’è chi chiede di valorizzarli , magari con una pavimentazione in vetro o una speciale copertura. L’assessore alla Mobilità Daniela Gerosa, architetto, che ha seguito il progetto con il collega Lorenzo Spallino, dice a riguardo: «C’è una posizione espressa dalla Soprintendenza di cui abbiamo tenuto conto e che sarà spiegata nel corso dell’incontro pubblico in programma mercoledì. Non sempre vale la pena tenere in evidenza reperti archeologici. È chiaro che siamo di fronte a una stratificazione della città con elementi importanti e questa dovrà essere letta, ma non è detto che quello che si trova debba essere visto, ma deve essere capito. Sarebbe sciocco non mettere in evidenza quello che si è scoperto, ma fondamentale è capire e, per questo, ci sarà una cartellonistica specifica, segni a terra, una planimetria. Pensare a passerelle in vetro in quello spazio pubblico non avrebbe senso». Dello stesso avviso anche Clemente Tajana, ex ingegnere capo di Palazzo Cernezzi oltre che studioso dell’urbanistica: «La pavimentazione vetrata potrebbe essere pericolosa poiché sarebbe esposta agli agenti atmosferici. Si dovrebbero delimitare i reperti, ma allora si perderebbe tutto. Non siamo, purtroppo, nella stessa condizione dell’autosilo di viale Lecco, dove i reperti sono stati valorizzati in modo splendido. Qui non è possibile, sarebbe un pasticcio. L’importante è spiegarlo per non perdere queste notizie e credo che Cosenza lo farà, è molto bravo in queste cose». Poi aggiunge: «Come studioso mi piacerebbe continuare a vedere i reperti, ma la piazza sarebbe inutilizzabile oltre che pericolosa. Avevano fatto qualcosa di simile ad Atri e poi hanno dovuto togliere il vetro».

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