Como: suore vittime del Covid
per aiutare gli altri

Messa in Duomo per le religiose della Congregazione dell’Addolorata in servizio all’ospedale Valduce. Monsignor Brambilla: «Voi dedicate l’intera vita a chi è malato». Cinque i lutti provocati dalla pandemia

«Suor Alessandra, ci siamo conosciute, eravamo entrambe intubate. Quando ho saputo che sei venuta a mancare, ho perso il coraggio... In quella stanza ci parlavamo con gli occhi. Ho provato un dispiacere immenso e uno choc che non riesco ancora a superare».

A fine aprile il Covid si è portato via suor Matilde Marangoni, suor Egidia Gusmeroli, suor Lucia Sironi e suor Crocifissa Bordin, tutte religiose appartenenti alla Congregazione di suore dell’Addolorata, in servizio all’ospedale Valduce. Pochi giorni dopo moriva anche suor Alessandra Tribbiani, per 12 anni Superiora a Como e operativa fino all’ultimo in corsia, fra i suoi malati. Proprio a distanza di mesi in rete, sulla pagina Facebook del Valduce, sono apparsi tanti messaggi di affetto per queste suore, rimaste nei cuori di molti comaschi.

Tracce di memoria

C’è chi ha condiviso il ricordo dei momenti trascorsi proprio insieme a suor Alessandra, ricoverata con lei nella stessa stanza del reparto Covid dell’ospedale. L’occasione di dimostrare tanta vicinanza alla Congregazione è stata la messa di ieri in cattedrale, tenuta da monsignor Franco Giulio Brambilla, una messa di suffragio per queste suore, vittime della pandemia. In Duomo, durante l’omelia, monsignor Brambilla ha incoraggiato a trovare sempre la speranza in Dio «perché in ogni malattia vi è il rischio di perderla, ricordando anche che ogni malattia del corpo incide anche sul morale e sullo spirito». Parlando alle suore ha sottolineato che la loro Congregazione «ha per carisma la cura della sofferenza e voi dedicate l’intera vita a chi è malato e passa nelle corsie dell’ospedale». E si è augurato un aumento delle vocazioni, di chi sceglie di consacrare la propria esistenza a Dio e alla cura di chi soffre.

«Lo scorso marzo tra le suore del Valduce è scoppiato un focolaio di Covid. Alcune religiose sono state contagiate, ma non tutte hanno superato questo periodo. Suor Alessandra, probabilmente, si è ammalata proprio prendendosi cura delle sue consorelle - racconta Mario Guidotti, primario di Neurologia al Valduce - Suor Alessandra è stata sempre attivissima nei vari reparti, un vero punto di riferimento per i pazienti e per le famiglie, in grado di trovare ogni volta la chiave per far dialogare l’ospedale con le persone, mostrando la sua preparazione umana e professionale. Quando iniziai in Valduce 36 anni fa, lei si occupava del Pronto soccorso. La sua scomparsa ci ha colpiti terribilmente». Suor Alessandra è morta a 75 anni, era arrivata in città negli anni ’80, si occupava non solo del corpo, ma anche dell’anima dei pazienti. Era stata maestra delle novizie, un ruolo centrale di formatrice ed educatrice, prima di diventare superiora in via Dante e dunque a lungo la persona a capo dell’ospedale.

Il sacrificio

Guidotti ha un ricordo nitido anche di suor Egidia: «È stata per anni la caposala della Chirurgia, poi si era ritirata, ma la si incontrava sempre in ospedale, anche lei era stata insignita, insieme alle sue consorelle, dell’Abbondino d’oro, per la generosa opera svolta nei confronti dei più bisogni e di chi soffre».

Suor Lucia invece a Villa Stefania a Sala Comacina, una realtà ex proprietà del Valduce, è stata una delle figure di fondamentale importanza per far sì che la rsa funzionasse a pieni giri. Da anni si era ritirata nel pensionato della congregazione insieme a suor Matilde e suor Crocefissa.

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