Como: tentò di spararsi per la figlia
Otto mesi al padre disperato

Riconosciuto colpevole di porto abusivo d’arma da fuoco. Era stato arrestato dopo un lungo braccio di ferro con le forze dell’ordine

Si è concluso con una condanna a otto mesi (pena patteggiata, con beneficio della sospensione condizionale) il processo a carico del padre di 68 anni che la sera di sabato 17 agosto in via Bellinzona, aveva tentato di togliersi la vita come ultimo, disperato gesto in segno di protesta per l’impossibilità di vedere la sua bambina, affidata a una comunità.

Tornato libero già dopo la convalida dell’arresto per il reato di porto abusivo d’arma da fuoco, l’uomo - le cui generalità non possono essere diffuse, a tutela dell’identità della figlia minorenne - ha ribadito ieri a margine del processo l’intenzione di proseguire nella sua battaglia. «Voglio che la mia bambina esca da quella comunità», ha detto, lamentando la scarsità, per non dire l’assenza totale, di occasioni di condividere con lei il suo tempo di genitore.

Il processo, come detto, si è risolto in un riconoscimento di responsabilità e in un patteggiamento: il revolver con il quale aveva tentato il gesto disperato - fermato in extremis dalla prontezza di riflessi di un commissario e di un agente di polizia - gli è stato confiscato.

Il giudice gli ha riconosciuto le attenuanti generiche in relazione a un episodio obiettivamente maturato in un contesto particolare, di evidente stress emotivo.

L’epilogo del dramma, lo ricordiamo, s’era avuto quando il padre era finalmente riuscito a ottenere di poter parlare brevemente al telefono con la figlia. Ai poliziotti era bastato ascoltare le parole di commiato rivolte alla bambina per capire che l’uomo era sul punto di premere il grilletto e per risolversi a entrare in azione. In due erano riusciti a bloccarlo e a disarmarlo, anche se la loro prontezza non era bastata a impedirgli di premere comunque tre volte il grilletto, lasciando partire altrettanti proiettili, uno dei quali aveva ferito di striscio un militare dell’Arma dei carabinieri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA