Condannato a 4 anni di carcere
L’avvocato sospeso dall’Ordine

Alberto Pascali era andato in aula a difendere un cliente - Provvedimento disciplinare. E il suo caso finisce in corte Costituzionale

Como

Il Consiglio di disciplina dell’Ordine degli avvocati ha sospeso per un anno dall’albo il legale comasco Alberto Pascali. Il provvedimento è giunto una settimana dopo la decisione dello stesso Pascali di presentarsi in aula, con la toga, per difendere un cliente nonostante la condanna a 4 anni di carcere per peculato diventata definitiva lo scorso febbraio. Una presenza, quella di Pascali nell’aula del Tribunale, che non è passata inosservata.

È stato il presidente, da poco eletto, del Foro comasco, Vincenzo Spezziga, a informare gli avvocati iscritti sul Lario della decisione presa del Consiglio di disciplina di Milano. L’avvocato Pascali quattro mesi fa si era visto respingere il ricorso in Cassazione contro la condanna subita, sia in primo che in secondo grado, per aver sottratto a un invalido al 100%, di cui lui era tutore legale, quasi 140mila euro.

Subito dopo il pronunciamento della Cassazione, il magistrato delle esecuzioni presso la Procura ha emesso un ordine di carcerazione per l’avvocato Pascali, complice la norma - fresca di stampa quest’anno - cosiddetta “spazzacorrotti”, che impedisce ai condannati per reati contro la pubblica amministrazione (concussione, corruzione, peculato) la possibilità di ottenere una sospensione dell’esecuzione della condanna per poter chiedere pene alternative al carcere. Una norma approvata molti anni dopo i fatti contestati al legale comasco, ma che - per complicate e formali questioni di diritto - ha finito per investire in pieno anche lui.

Pascali è finito pure in carcere, ma un giorno solo, perché il giudice delle indagini preliminari Maria Luisa Lo Gatto ha deciso di accogliere il ricorso presentato dal professor Vittorio Manes, esperto di diritto chiamato da Paolo Camporini, difensore del condannato, per argomentare la propria contrarietà sugli effetti della norma “anti corrotti” in casi analoghi. E quel pronunciamento da parte del giudice comasco, rischia di diventare un caso destinato a far giurisprudenza.

La Cassazione, investita dal ricorso della Procura di Como contro il pronunciamento del giudice, ha deciso di mandare il caso nientemeno che alla Corte Costituzionale per aver individuato, nella norma “anti corrotti” del governo, possibili questioni di illegittimità che si scontrano con i principi della nostra Carta.

Tradotto: Pascali, almeno per ora, non dovrà andare in carcere. E, con ogni probabilità, potrà chiedere di scontare la pena con misure alternative alla prigione. Ma ciò non toglie che, dal punto di vista disciplinare, l’Ordine possa intervenire vista la sentenza definitiva a suo carico. E così, infatti, ha fatto con la sospensione disciplinare della durata di un anno.n 

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