Coronavirus in Ticino
Sempre più contagi: 2.442
Boom del “lavoro ridotto”

Cresce diffusione del coronavirus (il Ticino è il cantone più colpito dall’epidemia) ed è allarme rosso per le imprese

Il Governo di Berna, nel quotidiano punto operativo della situazione sull’emergenza Coronavirus, ha certificato che il Ticino è il Cantone non solo più colpito dal punto di vista sanitario, ma anche economico e occupazionale. Nel Cantone di confine, il 40% della forza lavoro ha richiesto il lavoro ridotto, il che significa 80% dello stipendio e grosse incognite sul futuro. Il problema riguarda direttamente anche i frontalieri. “Le misure verranno ridotte solo quando i casi inizieranno a diminuire”, ha specificato Daniel Koch, responsabile del Dipartimento Malattie Trasmissibili per il Governo di Berna. Il che significa - altra notizia che riguarda da vicino anche i nostri lavoratori - lo stop alle attività proseguirà (salvo clamorosi contrordini) ben oltre il 13 aprile. I lavoratori che hanno chiesto la disoccupazione parziale, formula più gergale per definire il lavoro ridotto, sono ad oggi a livello federale un milione 300 mila.

Intanto i contagi in Canton Ticino hanno raggiunto quota 2442 (con 165 decessi), mentre la Svizzera ha superato ieri la quota dei 20 mila contagi. Un numero sicuramente molto rilevante, accompagnato da 641 decessi (in aumento del 10% rispetto a ieri). In Ticino ieri sono stati accertati 65 contagi, che rappresentano il miglior dato degli ultimi giorni. Il Cantone di confine resta l’osservato speciale. Ieri la sempre solerte Segreteria di Stato dell’Economia (Seco) ha spiegato che “al Cantone sono state presentate 8500 richieste di lavoro ridotto, un numero elevato che potrebbe comportare ritardi nei pagamenti”. L’attenzione resta dunque alta anche su questo fronte. Senza far passare in secondo piano, naturalmente, l’emergenza sanitaria, tenendo conto del fatto che in Canton Ticino i casi di Coronavirus accertati sono 685,7 casi ogni 100 mila abitanti, un dato di assoluto rilievo. Ieri Berna ci ha tenuto a far sapere che oltre ad ulteriori 20 miliardi di franchi messi sul tavolo per sostenere l’economia, ci sono molte altre iniziative in essere, a cominciare dall’utilizzo su larga scala dell’esercito e della protezione civile, entrambi impegnati sul campo con 5 mila uomini ciascuno. Per quanto concerne l’esercito, più di 4 mila uomini sono impegnati in campo sanitario. “Abbiamo ancora un potenziale di un migliaio di uomini”, ha aggiunto Raynald Droz, che coordina le operazioni dell’esercito. Intanto, c’è anche un risvolto di cui sin qui si è parlato poco, sempre legato all’emergenza Coronavirus. Ieri, la Banca dei regolamenti internazionali - con sede a Basilea - ha posto l’accento sul fatto che “l’emergenza Coronavirus rischia di portare in dote la scomparsa del denaro contante a favore dei pagamenti digitali”. E questo “potrebbe rappresentare un punto debole soprattutto per gli anziani” e su, ad esempio, “non ha un conto corrente”. Argomento anche questo che non mancherà di generare un ampio dibattito da qui ai mesi a venire.

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