Coronavirus in Ticino
Tutto chiuso fino al 26 aprile
«Ondata di licenziamenti»

Berna ha annunciato la nuova scadenza, poi un allentamento delle restrizioni. Intanto la Seco prevede massicce ricadute a livello occupazionale

Frontalieri (o almeno gran parte di essi) a casa fino al 26 aprile. È stata la presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, ad annunciare il nuovo stop ad aziende e cantieri. «Poi stiamo ragionando su un allentamento delle misure. La strada è quella giusta», le parole di Simonetta Sommaruga.

L’annuncio di Berna arriva nel giorno in cui anche Bellinzona - attraverso il presidente del Consiglio di Stato, Christian Vitta - ha rimodulato un altro stop, quello per gli over 65. Stop che aveva creato forti frizioni sull’asse Bellinzona-Berna. Dal 14 aprile gli over 65 potranno uscire a fare la spesa fino alle 10. Resta comunque valido l’appello a rimanere a casa. «Non è il momento di festeggiare o fare grigliate», le parole di Christian Vitta, rivolte al prossimo fine settimana pasquale.

In Canton Ticino i decessi hanno toccato quota 211, mentre i contagi sono saliti fino a quota 2.659 (da registrare anche i 420 pazienti dimessi). A livello federale, i contagi hanno raggiunto i 22.489 con 846 decessi.

Intanto la sempre solerte Seco (Segreteria di Stato dell’Economia) ha dipinto uno scenario a tinte fosche. «Ci saranno effetti economici cosiddetti di “secondo impatto”, che porteranno ad un’ondata di licenziamenti e di insolvenze», si legge in una nota pubblicata ieri da ticinonews.ch. Discorso questo che riguarda da vicino anche i frontalieri, per cui ha chiesto attenzione anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che ai microfoni di Etv ha affermato che «per i frontalieri si chiedono tutele non solo economiche, ma anche sanitarie». Sicuramente, dopo un iniziale fase di limbo istituzionale, Berna ha deciso di pigiare in maniera decisa sull’acceleratore. Ai 45 miliardi di franchi messi sul piatto per sostenere l’economia (abbiamo dato conto ieri dei 744 milioni di franchi già erogati per le aziende ticinesi), ieri la delegazione delle Finanze del Parlamento ha deciso di aggiungerne altri 10. Da qui la richiesta al Consiglio federale di rendere immediatamente operativo il credito da ulteriori 10 miliardi di franchi. «Ad oggi - si legge in una nota diffusa ieri da Berna - sono già stati impiegati 14 miliardi franchi. Si tratta di crediti urgenti, che servono a sostenere l’economia».

Tornando alla realtà ticinese, il ministro Norman Gobbi ha fatto sapere che «anche per i giorni a venire non prevediamo un aumento del traffico alla frontiera». Questo perché ieri Bellinzona ha leggermente allentato i cordoni delle restrizioni, concedendo deroghe a nuove industrie, comunque con 10 o meno dipendenti attivi. Di certo, il fine settimana di Pasqua rappresenterà un nuovo e importante banco di prova per il Ticino, fermo restando che anche ieri Berna ha fatto sapere che non si può chiudere il tunnel del Gottardo.

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