Coronavirus, le imprese
La “Gentili Mosconi” si ferma
«Lavoratori da salvaguardare»

Francesco Gentili, ad: «Sono loro il nostro patrimonio». Stop fino al 23 marzo per 140 dipendenti. Per l’azienda di tessuti luxury, decisione presa con fornitori e clienti. Attivi i canali digitali

«È stata una decisione molto sofferta - dice l’ad Francesco Gentili - Abbiamo la responsabilità di dare il buon esempio, dobbiamo essere un punto di riferimento per i nostri collaboratori, il vero cuore e i muscoli dell’azienda. Persone che ogni giorno sono accanto a me e a Patrizia Mosconi, con cui è nata e cresciuta questa avventura imprenditoriale. Lavorano con passione e dedizione, ci sostengono, credono in noi. Per salvaguardare questo incredibile patrimonio umano, anche se è difficile, bisogna continuare a mantenere la calma e la lucidità, trovare il coraggio di fare scelte difficili, lasciandosi guidare dal buon senso».

Prima di prendere questa drastica misura, l’industriale si è confrontato con colleghi del settore, concorrenti, fornitori, clienti. «Questi ultimi - tiene a sottolineare - si sono dimostrati molto comprensivi, di grande supporto. Tra l’altro molti stanno prendendo gli stessi provvedimenti a scopo precauzionale». Gentili Mosconi nasce nel 1988 e nel giro di poco più di trent’anni si è conquistata una posizione di leadership internazionale nel segmento luxury. È specializzata nella produzione di tessuti e accessori d’alta gamma per le più note griffe del fashion, con cui verrà mantenuto il rapporto attraverso i canali digitali. Ante stop erano già stati applicati rigorosi controlli e misure di sicurezza all’accesso di dipendenti, fornitori e visitatori esterni a tutti i siti. Negli uffici, la società aveva accelerato la diffusione del lavoro in remoto. Di propria iniziativa aveva deciso di apportare modifiche ai processi di produzione in diversi impianti, tra cui l’aumento della distanza tra i dipendenti nei reparti. Aveva inoltre predisposto interventi di pulizia e igienizzazione nelle varie strutture e apportato migliorie a tutela della sicurezza dei dipendenti.

«Nonostante questo, non è possibile garantire un ambiente di lavoro a rischio zero - evidenzia l’imprenditore - Meno ci si muove, meglio è. Non siamo in guerra, stiamo affrontando un’emergenza sanitaria. Se avessi un’azienda farmaceutica, mi porrei il problema etico di stare aperto per salvare o migliorare la vita delle persone, ma non è il nostro caso. In questo momento la tutela dei miei uomini e donne viene prima di ogni cosa, perfino di me stesso. Quindi, se non si potrà riprendere tra una settimana, prolungheremo la chiusura fino al momento in cui si riuscirà finalmente ad essere operativi».

Francesco Gentili non sottovaluta il danno economico. «Di sicuro ingente, impossibile al momento fare previsioni anche sulla ripresa, visto che il Covid-19 sta espandendosi nel mondo e quindi non sarà risparmiato nessun mercato. Ogni giorno emergono difficoltà, ma ci rialzeremo e ripartiremo, su questo non ho dubbi».

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