Coronavirus, le imprese
Negozi e locali ko
«La priorità è sopravvivere»

Cancellare le tasse e crediti agevolati. Il presidente di Confcommercio Giovanni Ciceri: «Escluse le riaperture a breve»

«Dobbiamo sicuramente pensare alla fase della ricostruzione, ma prima è necessario sopravvivere». Ancora dentro l’emergenza ma già proiettato verso lo scenario che ci attenderà, Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como, guarda con preoccupazione al prossimo futuro.

«La nostra organizzazione – spiega – rappresenta albergatori, ristoratori, commercianti del settore della moda, bar, discoteche, piccoli negozi: sono le categorie che stanno soffrendo di più e le uniche per le quali, almeno per il momento, non si vede la possibilità di una riapertura in tempi brevi».

Ciceri sottolinea come numerosi esercenti comaschi, con grande senso di responsabilità, abbiano chiuso le proprie attività anche prima che fosse stabilito per decreto: «Quando sono state emanate le restrizioni, tanti negozi a Como erano già chiusi e così numerose attività ricettive; inoltre, fin dall’inizio, la maggior parte dei commercianti ha adottato norme di sicurezza. Ora però – prosegue – se non vogliamo che numerose attività si fermino per sempre, è necessario individuare gli strumenti per sopravvivere». Per questo Confcommercio Como ha creato un gruppo di lavoro impegnato in questi giorni in un dialogo con i Comuni della provincia, finalizzato al blocco di tutte le imposte locali. «In un secondo momento – continua il presidente – ci attendiamo che anche lo Stato elimini tutte le tasse: non sto parlando di un rinvio dei pagamenti, ma di un annullamento per l’anno 2020, perché gli esercizi che oggi non hanno ricavi non saranno in grado di pagare le imposte neppure tra qualche mese. Il futuro di questo settore – dice ancora Ciceri – si gioca sulla capacità dello Stato di non pesare sulle imprese».

Sull’altro fronte, quello della liquidità corrente per far fronte ai costi che comunque non mancano, Confcommercio Como chiede un forte sostegno al mondo del credito. «Credo che le banche – afferma ancora Ciceri – debbano essere protagoniste di questa fase andando incontro agli esercizi e garantendo finanziamenti a tassi prossimi allo zero: solo così si possono salvare realtà che sono importanti anche sotto il profilo occupazionale». Per quanto riguarda il medio periodo, secondo Ciceri è difficilissimo fare previsioni: «Servirà certamente una ricostruzione, ma per farlo sono necessari dei margini, ossia è importante che le imprese restino in vita».

In ogni caso, il presidente di Confcommercio Como prevede un radicale cambiamento delle nostre abitudini: «Quando finalmente riapriremo, lo faremo certamente con tutta un’altra mentalità, con il rispetto delle distanze e nuove norme igieniche e di sicurezza; ci abitueremo a fare la spesa rispettando determinati accorgimenti e lo stesso varrà per quando entreremo in un negozio. Per quanto riguarda invece il turismo – prosegue –, sicuramente verrà riscoperto quello interno, limitando gli spostamenti e i viaggi: tutto questo avverrà comunque con gradualità. Infine – afferma ancora Ciceri – ci dovremo attrezzare anche per le esposizioni e le fiere, ma questo aspetto sarà forse più complicato: possiamo immaginarci di organizzare Ristrorexpo senza i banchi degli assaggi oppure Vinitaly senza bicchieri di vino? Si tratta di un capitolo tutto da costruire ma, voglio ribadirlo, sarà possibile farlo solo se, come imprese, saremo ancora vivi».n 
G. Lom.

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