«Così aiuto i profughi con l’arte. La guerra c’è ancora, non dobbiamo dimenticarlo»

Solidarietà A Como da 12 anni, ucraina d’origine, Nataliya è impegnata nel sostegno ai profughi giunti in città

Se ne parla sempre meno, ma la guerra in Ucraina prosegue e si trascina dietro le situazioni di emergenza in cui ha gettato migliaia di profughi, alcuni dei quali sono arrivati anche qui, a Como. «Diverse persone che sono arrivate negli scorsi mesi, tra cui una famiglia che conosco, ancora non hanno trovato una sistemazione nonostante abbiano avanzato la richiesta» racconta Nataliya Teslenko, di origine ucraina ma residente a Como da ormai 12 anni. Lei è un’artista e nelle sue opere spesso rappresenta i paesaggi comaschi e soprattutto il lago. Da qualche tempo ospita in casa sua la cognata e il nipotino, anche loro fuggiti da una guerra che continua a incombere sugli altri famigliari, rimasti in Ucraina.

Ma anche per chi riesce a fuggire dalle bombe e dalla paura e a raggiungere paesi più sicuri, l’incubo non finisce. Perché una volta arrivati bisogna anche pensare a come ricostruirsi una vita, chiedere aiuto, guadagnare qualcosa. Una fatica giornaliera che non ha fine, anche se alle nostre orecchie la guerra oggi sembra più lontana. Ed è proprio pensando a loro che Nataliya vorrebbe organizzare una battuta d’asta delle proprie opere, con l’intento di raccogliere quanti più soldi possibile per dare una mano a chi, ancora, si trova senza casa e senza risorse.

«Con la mia arte amo dare voce ai paesaggi lariani interpretandoli in una chiave nuova, con nuovi punti di vista, ma mi piace anche sperimentare, ho organizzato diverse mostre incentrate su temi che ho sentito di volta in volta vicini»

«Nei primi tempi mi sono prestata subito come traduttrice, davo una mano a fare le richieste di aiuto e a trovare per i profughi di Como una sistemazione. L’idea della battuta d’asta mi è venuta perché credo sia un buon modo per riportare l’attenzione sull’Ucraina e per raccogliere fondi per aiutare chi fugge, lasciando nelle mani di chi vorrà contribuire un’attestazione del valore di ciò che ha investito». Le opere di Nataliya non rappresentano solo il lago e i suoi paesaggi ma, realizzate con acquerelli e acrilici, su seta grezza e pizzo di Cantù su cui i colori sono fissati con la resina epossidica, raccontano un territorio partendo dalle sue tradizioni più radicate. «Con la mia arte amo dare voce ai paesaggi lariani interpretandoli in una chiave nuova, con nuovi punti di vista - racconta - ma mi piace anche sperimentare, ho organizzato diverse mostre incentrate su temi che ho sentito di volta in volta vicini».

E poi torna ancora sulla sua Ucraina, lontana geograficamente, ma sempre presente nel pensiero: «Mi sembra che, più che dimenticare la guerra, le persone si stiano abituando all’idea che ci sia e che sia lontana - spiega ancora -, ma non è così, i profughi sono già qui, sono arrivati a Como e alcuni hanno ancora bisogno di aiuto. Persino per me, che ospito mia cognata e il suo bambino, non è semplice, ci sono molte complicazioni». La durata del conflitto infatti ha portato anche nel corso dell’estate diverse persone a raggiungere il nostro territorio: dall’inizio della guerra, i dati cittadini parlano di 113 persone, in prevalenza donne e minori, accolte dalla Caritas lariana, 41 , tra chi è transitato e quelli ancora qui, aiutati da Casa Nazareth, una decina invece le persone presenti nella struttura in via Guanella e 54 altre ospitate da privati, enti religiosi, parrocchie e associazioni del comasco. In provincia sono arrivati più di 2600 profughi. Per sostenere l’iniziativa di Nataliya e vedere le sue opere è possibile visitare il suo profilo instagram: @arttoknow_

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