“Cucinare al fresco”: un percorso formativo in carcere, dietro i fornelli

Como Al Bassone si è svolto nelle ultime settimane un progetto didattico realizzato dal Csv di Como e dal Centro di Formazione Professionale di Monte Olimpino, insieme alla redazione di “Cucinare al fresco” per accompagnare i carcerati in un percorso di formazione mediata dalla cucina

Si sta per concludere, nel carcere del Bassone a Como, il progetto formativo “Lavoro di squadra” che ha come capofila il Centro Servizi per il Volontariato di Como e con il quale ha collaborato il Centro di Formazione Professionale di Monte Olimpino che si è occupato della didattica proponendo i propri docenti per formare i ragazzi. Con loro hanno anche partecipato i giornalisti del progetto Cucinare al Fresco, la redazione dell’omonimo periodico aperta all’interno del carcere del Bassone.

Nelle cucine del carcere del Bassone per settimane si sono incontrati dieci ragazzi di diverse origini - marocchini, tunisini, sud americani, italiani, inglesi, bulgari - che si sono affidati alle mani dello chef Simone Pisu, docente del Centro di Formazione Professionale di Como, per apprendere competenze e abilità da utilizzare in futuro.

«L’idea di sviluppare il progetto con più realtà del territorio ha permesso di creare un percorso formativo per le persone recluse – spiega il direttore della Casa circondariale di Como, Fabrizio Rinaldi – Un’azione che ha offerto loro di acquisire delle conoscenze professionali da spendere all’esterno. L’interazione poi di diverse realtà che operano all’interno dell’Istituto ha fatto sì che il progetto potesse essere conosciuto all’esterno con una modalità vivace e decisamente curiosa: un ricettario, Cucinare al fresco. In questi anni ci siamo attivati e le opportunità sono sempre più numerose e hanno come obiettivo quello di formare delle persone che, al termine del periodo di reclusione, potrebbero essere reinserite con maggiore facilità nella società».

Dalla trota in carpione, al tonno di coniglio, fino ai cavatelli al pesto genovese, agli spaghetti alla chitarra con gamberi e porri divagando con le ricette della nonna con le preparazioni di pasta fresca e di dolci che ricordano ai carcerati i bei tempi trascorsi in famiglia. La cucina ha svolto all’interno del percorso il ruolo di un collante, permettendo la condivisione di idee e di ricordi.

«CSV Insubria ha sostenuto questa speciale edizione del ricettario “Cucinare al fresco” per dare basi concrete al reinserimento lavorativo e alla formazione dei detenuti, in vista di un ritorno o un primo accesso al mondo dell’occupazione - commentano il vicedirettore di CSV Insubria Martino Villani e il coordinatore del progetto Stefano Martinelli - La Casa Circondariale di Como è una piccola comunità che è entrata a pieno titolo nella vita del territorio e della progettazione dei servizi di CSV Insubria, ente no profit che ha quale missione principale il sostegno e lo sviluppo culturale del volontariato, una funzione di servizio alla comunità e dei suoi percorsi di solidarietà e accoglienza».

Ma il lavoro in cucina e poi la trascrizione delle ricette non è tutto in quanto, dietro a ogni testo, si nascondono storie e racconti scritti proprio dai ragazzi in carcere. Il progetto “Lavoro di squadra” è sostenuto da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI.

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