Da Blade Runner a Metropolis
Le profezie che diventano futuro

Nuovo appuntamento (sabato 30 aprile, 0re 18.30, Sala Bianca del Teatro Sociale) con la rassegna de Le Primavere. Ospite Lorenzo Fantoni, esperto di tecnologia e cultura pop. Per prenotarsi: https://leprimavere.laprovincia.it/incontri-2022/

Con la fantascienza immaginiamo un futuro in cui accentuare all’estremo i luoghi e gli abitanti del presente. Un futuro a cui tendere o da cui fuggire, perché spesso ciò che potrebbe succedere ci spaventa, più che rassicurarci. Abbiamo superato la cupa Los Angeles del 2019 dipinta da “Blade Runner”, ci avviciniamo pericolosamente al 2026 di “Metropolis”. Ma abbiamo “centrato” le profezie rappresentate da Ridley Scott o da Fritz Lang? Quanto il futuro viene inventato dagli uomini che lo plasmano e quanto effettivamente è stato attinto dalla fantascienza? Sarà Lorenzo Fantoni a rispondere, ospite de “Le Primavere” nella Sala Bianca del Teatro Sociale di Como oggi alle 18.30. Classe 1981, giornalista e divulgatore, da anni Fantoni racconta su La Stampa, La Repubblica, Wired, n3rdcore.it, come la tecnologia e la cultura pop influenzano il nostro modo di pensare.

Parlare del futuro partendo del presente. È questo lo scopo della fantascienza, genere che imbocca principalmente due filoni. «Il primo è positivista, e ipotizza un futuro in cui gli esseri umani hanno superato determinate diseguaglianze sociali in virtù di un progresso superiore», spiega il giornalista.

Gli spazi che abitiamo oggi sembrano però maggiormente influenzati dal secondo filone, quello «che ci voleva mettere in guardia da un futuro distopico, dalle multinazionali, dalla disumanizzazione, da un mondo dove valiamo quanto a venderci».

Molte profezie, nella città del 2022, hanno trovato compimento. «C’è un film con Stallone degli anni Novanta, “Demolition Man”, che immaginava un mondo in cui non ci si tocca più per via di una pandemia, dove le persone sono multate se dicono parolacce, e si collezionano oggetti anni ‘80 perché appartenenti a un passato mitizzato». Dalla fantascienza, continua Fantoni, lo spazio del presente ha ereditato anche «una grande gerarchizzazione, per cui le persone più ricche stanno nei palazzi più belli, nel Bosco Verticale, mentre gli ultimi risiedono non nel sottosuolo… ma quasi».

La Los Angeles di “Blade Runner” non potrebbe essere più ibrida: è una mescolanza di segni, lingue ed etnie. Lungo una direzione simile, anche il nostro paese si muove da anni: «Integrando, ancora a fatica, culture, lingue, modi di vestire, cucine differenti». Certo, rispetto a Shanghai, Los Angeles o Tokyo, riferimenti della fantascienza standard, l’Italia offre «un fiorente sottobosco di città piccoline, quindi è più difficile vederle come le grandi città fantascientifiche. Però, forse ci stiamo accorgendo che le grandi città vanno bene fino a un certo punto: a volte devi ripensare agli spazi urbani per renderli vivibili, umani». È in questo discorso che si inserisce Como, una città benestante, benedetta da una posizione favolosa. Forse un posto immobile, che occorre ripensare e ristudiare, perché non resti solo, come riflette Fantoni, «un borgo da cartolina».

Riusciremo mai a immaginare una città del futuro che non abbiamo già visto nei film? «È complicato, ma secondo me sì. Semplicemente, a un certo punto arriverà qualcuno con un’innovazione, un’idea, una tecnologia che non pensavamo di poter immaginare. In fondo, anche i grandi maestri del cyberpunk e della fantascienza non avevano pensato alla pervasività di Internet sui telefoni cellulari o ai social network». Non necessariamente, secondo Fantoni, questa città del futuro sarà quella che viene definita oggi con quella parola intrisa di mistero e di sfuggevolezza che è «metaverso». Del resto, di «metaversi» intesi come «spazi online molto cyberpunk, che ci consentono di navigare su Internet in maniera fisica», i videogiochi ne conoscono già molti: «Sono stato un grande giocatore di World of Warcraft. Io le città di quel gioco me le ricordo, potrei girarle senza mappa, per me erano luoghi fisici, spazi che abitavo».

Con il miglioramento delle connessioni, l’aumento delle tecnologie, l’arrivo delle blockchain e degli NFT, il metaverso ha cominciato ad attirare speculatori e investitori. «Quello che viene teorizzato, in un futuro “molto futuro”, è un mondo in cui realtà fisica e realtà digitale si fonderanno. Questo ancora non lo vediamo bene. Ci sono tante cose che hanno bisogno di raggiungere un alto livello tecnologico prima che si possa arrivare al metaverso vero e proprio. È importante accostarsi a questo mondo con un pizzico di scetticismo… ma di interesse».

Le Primavere tornano anche lunedì 2 maggio con “La città dei quindici minuti. Avvicinarci ci savlerà. Il caso Parigi”, relatore Carlos Moreno, direttore scientifico della cattedra Eti, Università Iae Paris Sorbonne.

Tutti gli eventi sono gratuiti e per ognuno è prevista la prenotazione obbligatoria accedendo al sito https://leprimavere.laprovincia.it

Siccome i posti sono limitati, per rispetto di tutti vi chiediamo di riservarli solo se siete sicuri di partecipare: è il primo segno di cittadinanza ideale.

Chi volesse disdire una prenotazione già effettuata può scrivere a [email protected]

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