Due soci ma regole diverse
Nominare un condannato?
A Como si può, a Monza no

Acsm-Agam: sindaco brianzolo non avrebbe mai potuto scegliere Lanzara. Il regolamento lo vieta

Se Paolo Lanzara fosse stato monzese, lo scorso aprile non sarebbe mai potuto entrare nel collegio sindacale di Acsm-Agam. Per quanto paradossale, i due principali soci pubblici della multiutility dell’energia (i Comuni di Como e quello di Monza) hanno regole d’ingaggio talmente diverse, sul fronte della scelta dei propri rappresentanti nelle società partecipate, che il sindaco della cittadina brianzola s’è ritrovato nella società un condannato che lui non avrebbe mai potuto scegliere.

Nel febbraio dello scorso anno, infatti, l’amministrazione comunale di Monza ha stretto le maglie sulla designazione dei propri rappresentanti in enti, aziende, istituzioni o società partecipate. E, nelle linee di indirizzo, ha espressamente previsto che prima dell’atto di nomina i diretti interessati debbano presentare al sindaco - tra l’altro - dichiarazione di non avere carichi pendenti e di non avere riportato condanne, anche se non definitive.

Per ben due volte in pochi mesi, l’assenza nelle linee d’indirizzo del Comune di Como di una simile prescrizione ha fatto sì che il sindaco Mario Landriscina emanasse un decreto di nomina di due persone condannate. È accaduto con la Como Servizi Urbani (dove nel cda venne nominato il consulente aziendale Gianluigi Rossi, condannato in via definitiva a un anno e quattro mesi per bancarotta) ed è accaduto con Acsm-Agam, dove Paolo Lanzara è diventato membro del collegio sindacale senza aver l’obbligo di dichiarare la condanna a 5 anni (in primo grado) subita l’anno precedente.

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