Emergenza freddo, il dormitorio ha chiuso. Adesso i senzatetto tornano sulla strada

Solidarietà Via Borgovico, ospitate 120 persone in 4 mesi: ha funzionato grazie alle donazioni. Timori per il prossimo inverno, quando non ci sarà questo spazio: «Non abbiamo prospettive»

Chiude l’emergenza freddo, cento persone tornano per strada e per l’anno prossimo come al solito manca un piano B. Con circa 120 ingressi da dicembre ad aprile, anche quest’anno si è conclusa l’accoglienza delle persone senzatetto, ospiti da ormai tre anni dell’ex caserma dei carabinieri di via Borgovico. Non a caso in questi primi giorni si nota già qualche presenza la sera per esempio sotto i portici dell’ex chiesa di San Francesco e al Crocifisso. Per il prossimo inverno la Provincia, in qualità di ente proprietario, ha già avvisato che non offrirà più alla città la palazzina di via Borgovico, in vista di una prossima riqualificazione. È dal 2020 che a Como sul tema manca un progetto a lungo termine.

«Il servizio ha funzionato bene, dopo tanti anni ormai siamo una macchina rodata - dice Beppe Menafra, responsabile di Porta aperta di Caritas – non ci sono stati incidenti di percorso o temuti problemi di ordine pubblico. Con 35 posti letto abbiamo accolto più di un centinaio di persone, circa 120, molte presenze erano stanziali. Grazie alle donazioni dei cittadini siamo riusciti a trovare le risorse economiche per tenere aperto anche il mese di aprile, altrimenti avremmo dovuto interrompere già a marzo». La nuova amministrazione comunale non ha voluto dare alcun contributo se non per le pulizie. Il sindaco Alessandro Rapinese è sempre stato contrario all’emergenza freddo. I volontari quest’anno hanno dovuto accogliere anche qualche minore non accompagnato, come eccezione, visto l’altissimo numero di giovani transitati in questi mesi dalla nostra città.

«Ora in giro c’è movimento – dice Menafra – la gente è tornata dov’era, anche se non mi pare che il numero dei senzatetto sia maggiore rispetto al passato. Certo sarebbe bello gestire il tema non con l’ormai solito approccio emergenziale». La rete solidale non può contare su grandi certezze, di sicuro economiche, ma anche relative al luogo in cui attrezzare i posti letto. Così succede da quando gli spazi della Diocesi in via Sirtori, dove storicamente veniva allestita l’emergenza freddo, sono stati ceduti per costruire una residenza per anziani.

«Per l’anno prossimo non abbiamo prospettive – dice Francesca Cabiddu, per i Padri Somaschi incaricati di guidare il centro in Borgovico – il dialogo con gli enti pubblici c’è, l’interlocutore è in particolare il Comune. Non abbiamo però risposte, su un tema importante».

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